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24/11/2020 08:34:00

Marsala. Il bidello aveva già tentato un'altra violenza sessuale su una bambina di 8 anni 

  Un’altra tentata violenza sessuale ai danni di una minore, una bambina di 8 anni, è venuta fuori, ieri, nel corso dell’incidente probatorio davanti al gup del Tribunale di Marsala Francesco Parrinello svoltosi per “cristallizzare” ai fini processuali le dichiarazioni della ragazza di dodici anni che avrebbe subito un tentativo di abuso sessuale ad opera del bidello, per altro “amico di famiglia” della giovane, della scuola da lei frequentata.

E’ stata proprio la ragazzina a raccontare, davanti al giudice, rispondendo alle domande dell’avvocato difensore dell’indagato, di avere saputo che il bidello, in passato, aveva tentato di abusare anche di una bambina di 8 anni.

La dodicenne ha, inoltre, confermato le accuse che lo scorso 23 settembre hanno portato all’arresto del collaboratore scolastico, che ha 60 anni, è sposato e ha figli.

Secondo l’accusa, il bidello, con una scusa, all’inizio dell’anno, avrebbe condotto la ragazzina in un vecchio casolare dell’entroterra e poi l’avrebbe invitata a fare sesso con lui.

Quindi, davanti alla sua giovane “preda” impaurita e sotto choc, si sarebbe masturbato. L’indagine è scattata la scorsa primavera a seguito della denuncia presentata ai carabinieri dalla madre della dodicenne. La ragazzina, parte offesa, è assistita dall’avvocato Vincenzo Forti, mentre legale dei genitori è Tommaso Massimo Maggio. A difendere il bidello è, invece, l’avvocato Leonardo Patrizio Laudicina, che come consulente è coadiuvato dalla psicologa Silvia Spanò (la stessa che, sempre come consulente della difesa, sostenne la non imputabilità dell’infermiere Giuseppe Maurizio Spanò, poi condannato per abusi sessuali su pazienti sedati per accertamenti diagnostici nello studio medico privato del gastroenterologo Giuseppe Milazzo). Dopo l’incidente probatorio davanti al gup Parrinello, l’avvocato Vincenzo Forti ha dichiarato: “L’esito dell’udienza è stato, per me, inaspettato. E a questo punto la conclusione del processo non può che essere una sola”. Qualche mese fa, in un primo tempo, la Procura aveva chiesto e ottenuto per il presunto “orco” un provvedimento di divieto di avvicinamento a tutti i luoghi frequentati dalla sua giovane presunta vittima. Ciò nonostante, però, lui avrebbe tentato ugualmente, con appostamenti, di avvicinarla e forse anche di minacciarla, con croci vergate su qualche muro, per evitare che parlasse. E proprio questo, probabilmente, è stato il motivo che in settembre ha fatto scattare l’arresto. Secondo quanto raccontato dalla stessa ragazzina, il bidello, che è sposato e che ha figli, l’avrebbe condotta, con una scusa (“andiamo a raccogliere funghi”), in un vecchio casolare dell’entroterra, tra Marsala e Mazara, e poi all’interno del rudere le avrebbe subito chiesto se voleva fare sesso con lui. Accompagnando la proposta con frasi oscene (“Dai tocca che poi ti piace”). Ai carabinieri la madre della vittima ha raccontato di avere saputo dell’accaduto da una parente, che l’ha contattata al telefono per dirle quanto le aveva raccontato la ragazzina, che probabilmente si vergognava a dirlo ai genitori. E per questo ha raccontato ad una zia quanto le era accaduto. Forse, dopo qualche attenzione subita, magari senza neppure farci troppo caso, tre le mura della scuola. Quando, però, i genitori le hanno chiesto di dire cosa era successo con quell’amico di famiglia, la giovane ha confermato quanto riferito dalla zia. E il suo racconto è stato registrato con un telefonino. Registrazione che è stata consegnata ai carabinieri contestualmente alla denuncia. Emerge anche che, per paura probabilmente di ritorsioni, la ragazzina avrebbe anche detto alla sorella maggiore di volersi uccidere.