Gentili signori della Redazione,
ho assistito da lontano ma non con meno partecipazione (vivo in Toscana con radici Trapanesi) alla vicenda che ha visto protagonista padre Bruno de Cristofaro e non nascondo che trovo davvero triste il fatto che coloro che continuano ad attaccarlo non abbiano neanche visto per intero il video.
La mia affermazione nasce dal fatto che nessuno sembra voler cogliere quello che il buon padre Bruno ha voluto denunciare in una giornata così importante, la Giornata della Memoria.
L’unica vera tesi della denuncia del padre è stata la seguente: il criterio umano e quindi arbitrario, di decidere cosa è vita e cosa no, chi deve vivere e chi invece no. Il dottor Mengele aveva arbitrariamente deciso che al di sotto dei 150 cm di altezza non si era destinati alla vita ma alle camere a gas, oggi c’è una Legge della Repubblica (la 194/1978) che di fatto decide che al di sotto delle 12 settimane un essere umano non è tale. Vi è chiaro il parallelo?
Il religioso, del tutto coerentemente agli insegnamenti della Chiesa e al Magistero dei Papi, non ultimo Papa Francesco, ha voluto denunciare questa ipocrisia.
Fa specie dover registrare ancora una volta interventi che mirano falsamente a prender le parti delle donne “in questo momento grave della vita”, quando gli autori degli stessi non denunciano, per esempio, che si fa ben poco per rimuovere le situazioni di disagio che spingono le donne gravide ad abortire. Il più delle volte si tratta di cause economiche, e chi finge di non saperlo, ora sta gridando ipocritamente allo scandalo.
Sono tante le iniziative legislative da intraprendere per dare sostegno alle donne. Sono più che sicura che tutte coloro che con dolore hanno rinunciato a portare avanti la gravidanza avrebbero con gioia tenuto tra le braccia il proprio bambino. Lo sanno bene le volontarie dei Centri di aiuto alla Vita che ogni giorno spendono energie per dare supporto anzitutto psicologico, ma anche economico (Progetti Gemma della Fondazione VitaNova) per permettere alle mamme di essere libere di crescere il loro piccolo.
Perché questi araldi dei diritti non si fanno avanti per presentare, per esempio, mozioni a sostegno della maternità? O sono soltanto promotori di scelte mortifere ispirate alle ideologie che hanno sposato? Le insinuazioni e gli attacchi a padre Bruno non hanno fatto altro che evidenziare la pochezza di queste persone e l’assenza di valori umani legati alla vita e non alla morte!
Dott.ssa Donatella Isca
Responsabile Dipartimento Pari Opportunità Famiglia e Valori non negoziabili della Provincia di Pisa