Mi vedo costretto a puntualizzare alcuni punti in merito ad alcune notizie apparse sui social e su qualche testata locale on-line che personalmente mi riguardano e che mi sembrano molto più improntate a malcelato livore ideologico da parte di chi scrive, che non mi sembra faccia onore alla stimatissima e prestigiosa associazione ambientalista di cui si utilizza la sigla, piuttosto che ad un autentico spirito di tutela e salvaguardia del territorio,.
Mi riferisco alla nota della sig.ra Pipitone, che, sotto la sigla di Legambiente, piuttosto che guardare (ed eventualmente criticare costruttivamente) la sostenibilità complessiva dell’azione di salvaguardia del patrimonio ambientale e paesaggistico svolta dai proprietari che mantengono e cercano perfino di valorizzare le saline Ettore e Infersa, divenute oggi un emblema del territorio marsalese, rincorrono concetti ideologici stantii, incorrendo peraltro in grossolani errori:
1) Il canale circondariale che delimita “tutte” le saline trapanesi della costa che unisce Marsala a Trapani è sempre, e lo è sempre stato, parte integrante delle saline, e ciò è vero anche per il canale che circonda la salina Ettore (impropriamente indicato come “canale che costeggia il Mamma Caura”), contenuto nella particella catastale 12, che contiene la salina;
2) Il Canale circondariale ed il suo argine sono un elemento costruttivo essenziale della Salina Ettore come delle altre saline del territorio (e non solo, cfr. le saline di Puglia e Sardegna) e ciò per la duplice funzione che esso assolve:
a) anello di guardia che isola la salina dalle campagne circostanti in modo che non ci possano essere infiltrazioni di acqua dolce all’interno del suo perimetro e ancor più che non vi sia alcun dilavamento di acqua piovana dalle campagne circostanti. E questa funzione è ancor oggi assolta in modo esclusivo ed essenziale;
b) via d’acqua per il trasporto del sale con gli “schifazzi”. E questa funzione è oggi effettivamente non più svolta, da quando, negli anni ’60 (e non da almeno cento anni come pretestuosamente si afferma), il trasporto su ruote del sale ha definitivamente sostituito il trasporto via nave;
3)E questo è il motivo per cui, sempre della particella 12, come accertato lo scorso settembre, fa parte anche l’argine del detto canale, in corrispondenza del cosiddetto “Imbarcadero Storico” per Mothia, da sempre mantenuto dai proprietari, prima in collaborazione con la famiglia Whitaker, che ha cominciato a utilizzarlo come punto d’imbarco per Mothia, poi con la fondazione Whitaker oggi proprietaria di Mothia, con il più pacifico riconoscimento della proprietà da parte Whitaker, e del reciproco consenso da parte dei proprietari per il suo utilizzo (a stretto rigore improprio) quale punto d’imbarco prima e poi d’ormeggio delle piccole imbarcazioni dirette a Mothia, a titolo gratuito anche dopo la costituzione di una società commerciale che gestisce il traffico per Mothia e che, con l’incremento, per fortuna esponenziale, del traffico turistico, oggi determina una necessità frequente e onerosa di manutenzione.
Sarebbe opportuno che, prima di scrivere seguendo solo vetusti schemi ideologici, ci si documentasse adeguatamente e soprattutto si confrontasse lo stato dei luoghi di cui si parla con il resto del territorio con spirito costruttivo e collaborativo tra tutte le parti interessate.
Giacomo D’Alì Staiti