Anche il sindaco di Trapani dice No alla super Camera di commercio
Con una nota congiunta i sindaci di Trapani, Caltanissetta, Ragusa, Agrigento ed Enna dicono No alla super Camera di commercio (ne abbiamo parlato ieri su Tp24).
Ecco il contenuto che porta la firma di Giacomo Tranchida (Trapani), Roberto Gambino (Caltanissetta), Giuseppe Cassì (Ragusa), Francesco Miccichè (Agrigento) e Maurizio Dipietro (Enna).
“La super Camera di Commercio che si vuole creare attraverso l’emendamento al Decreto Sostegni Bis rappresenta un conglomerato che nulla aggiunge alla necessità di fornire un supporto alle imprese presenti nei nostri territori. Unire le realtà territoriali di Ragusa e Siracusa con Caltanissetta, Agrigento e Trapani determinerebbe uno scompenso operativo destinato a creare danni alle attività produttive quando, invece, in questo momento, il nostro unico pensiero dovrebbe essere quello di sostenere le economie locali”. E’ quanto affermano, in una nota congiunta, i sindaci dei territori interessati, vale a dire Peppe Cassì per Ragusa, Roberto Gambino per Caltanissetta, Francesco Micciché per Agrigento e Giacomo Tranchida per Trapani (registrando al pari l'adesione e supporto dei sindaci della provincia di Trapani dei seguenti comuni: Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Castellammare del Golfo, Castelvetrano, Erice, Gibellina, Misiliscemi, Paceco, Poggioreale, Salaparuta, San Vito Lo Capo, Valderice, Vita). “Magari l’intento - sottolineano i primi cittadini - sarà stato assolutamente lodevole ma quello che ne è venuto fuori è un mostro giuridico, oltre che operativo, che renderà impossibile la vita delle nostre imprese. Si coglie l'occasione anche per sottolineare come sia fuori luogo il già operato accorpamento di Enna a Palermo, realtà fisicamente distanti e impossibili da gestire per le imprese che operano nel territorio del centro Sicilia, per tale motivo la presente nota viene condivisa anche dal primo cittadino di Enna. Al di la dei numeri che escono fuori c'è il rischio concreto che un territorio provinciale si trovi senza alcun tipo di rappresentanza, semplicemente assurdo. Chiediamo, dunque, alla politica nazionale che ha creato questo groviglio inestricabile, di trovare una soluzione e di procedere lungo l’unica strada che al momento appare la più praticabile, quella cioè del ritorno al passato, promuovendo un confronto con i territori e quindi con i sindaci, per individuare quali siano le migliori soluzioni, la nostra azione è condivisa da tutti i comuni delle nostre province. In questo momento delicato della ripartenza, è necessario dare una mano alle imprese, e non ostacolare la loro azione.
Noi comuni siamo accanto alle imprese e il Parlamento ha il dovere di portare avanti azioni in sinergia con i nostri territori”.
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