Covid: in Italia il vaccino ha evitato 12mila morti. I dati
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La vaccinazione anti Covid in Italia ha evitato, dall'avvio della campagna di immunizzazione e fino a fine giugno, oltre 12mila morti, permettendo la ripresa di circa la metà dei contatti sociali registrati in epoca pre pandemia. Senza vaccini sarebbe stato possibile raggiungere solo un terzo. E per tornare completamente alla vita pre pandemia ma in sicurezza è necessaria con una copertura del 90% della popolazione (a partire dai 5 anni d'età). A dirlo è uno studio della Fondazione Bruno Kessler firmato dal presidente dell'Iss Silvio Brusaferro e dal direttore della prevenzione del Ministero della Salute Rezza sul sito preprint MedRxiv.
Sono per l'esattezza 12.100 le morti legate all'infezione da coronavirus evitate dal 27 dicembre 2020 (data di inizio ufficiale in Italia della vaccinazioni, quando si partì con l'immunizzare il personale sanitario) al 30 giugno 2021 nella stima realizzata dal
ricercatore dell'Istituto Kessler Stefano Merler. Lo studio si propone di valutare l'impatto del programma di vaccinazione in Italia considerando le possibili prospettive di riaperture mantenendo allo stesso tempo il Covid sotto controllo. "Stimiamo - si legge nell'abstract dello studio - che entro il 30 giugno 2021 il programma di vaccinazione Covid-19 abbia consentito la ripresa di crica la metà dei contatti sociali registrati in epoca pre pandemia; in assenza di vaccinazione, solo un terzo circa di questi contatti si sarebbe potuto riprendere per mantenere lo stesso numero di casi", con un drammatico "costo aggiuntivo" di circa 12.100 vittime in più.
I criteri dello studio
Lo studio si basa su "un quadro di modellizzazione matematica" che tiene conto dei livelli di attività sociale e dei dati di sorveglianza. "Abbiamo confrontato il livello stimato di contatti sociali, il numero di morti e il potenziale di trasmissione - spiegano i ricercatori - con quelli di uno scenario in cui si ottiene la stessa traiettoria epidemica in assenza di vaccinazione. E' stato valutato quindi l'impatto potenziale di diversi scenari di copertura vaccinale e diversi livelli di attività sociale sui dati di replicazione di Sars-Cov-2".
Variante Delta e immunità di gregge
Gli scienziati hanno anche rilevato che "l'effetto negativo della diffusione della variante Delta a luglio è stato interamente compensato dalla vaccinazione nei mesi di luglio e agosto 2021", e sottolineano che "un completo ritorno alla vita pre pandemia potrebbe essere raggiunto in sicurezza solo se oltre il 90% della popolazione, compresi i bambini dai 5 anni in poi, sarà vaccinato utilizzando vaccini a mRNA". In ogni caso, "l'aumento della copertura vaccinale consentirà ulteriori margini di riapertura sociale anche in assenza di un vaccino pediatrico". La diffusione globale della variante Delta, "altamente trasmissibile, ha probabilmente soppresso le possibilità residue di eliminazione del virus Sars-Cov-2 attraverso la sola immunità di gregge".
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