La prematura morte dello studente di 23 anni, il marsalese Francesco Pantaleo, scomparso a Pisa a luglio, il cui corpo è stato ritrovato carbonizzato una settimana dopo, e la tragica morte di Riccardo Rallo, il barman che tutti i marsalesi conoscevano, morto in un incidente stradale, avvenuto la notte tra il 14 e il 15 novembre, sono tra i fatti di cronaca di questo 2021, che hanno commosso l'intera comunità cittadina.
La morte di Francesco - Da una settimana il suo cadavere era, in pratica, sotto gli occhi di tutti. Ma non lo aveva capito nessuno. Francesco Pantaleo è morto. E non ieri. Ma già da lunedì, quando il suo corpo, carbonizzato, è stato trovato vicino la sponda di un torrente, nelle campagne in provincia di Pisa, accanto ad un campo di girasoli. Solo che, fino ai risultati dell'autopsia, nessuno aveva fatto il collegamento tra quel corpo irriconoscibile - per la cui identificazione, infatti, sono serviti cinque giorni - e il giovane studente universitario di Marsala di 23 anni che aveva fatto perdere le sue tracce.
La scomparsa - Sabato 24 luglio di Francesco non si hanno avuto più notizie. Il padre Tonino Pantaleo, lanciato l'appello sui social e chiede di condividerlo soprattutto nella zona del Pisano e in Toscana, dove il ragazzo vive da tempo. Ha lasciato l'appartamento che nella città toscana occupava con altri due universitari portando via soltanto uno zaino e le chiavi di casa. Nella sua stanza sono stati trovati il telefono cellulare, il portafoglio con documenti e bancomat, gli occhiali da vista e il computer, ritrovato senza più alcun dato salvato e con ultimo accesso dalle 9.15 alle 9.30 di sabato mattina.

Era la speranza a fare andare avanti le ricerche. I vigili del fuoco sono stati impegnati con squadre di terra e droni lungo tutta l'asta fluviale dell'Arno e, in particolare, verso la foce del fiume. La famiglia aveva fatto più di un appello. A casa aveva lasciato tutti i suoi effetti personali (occhiali da vista, telefono cellulare, computer, nuovo e dal quale avrebbe forse cancellato alcuni file, e bancomat). Già questa circostanza aveva fatto pensare all'idea di farla finita, forse per alcuni esami andati male all'Università e nascosti ai suoi genitori. Che infatti in ogni appello ripetevano la stessa frase: "Francesco, torna a casa. Non devi preoccuparti, qualunque cosa sia successa. I problemi si risolvono".
Ultima telefonata con la madre - La mamma di Francesco, la signora Franca è l’ultima persona a sentire il figlio venerdì sera. La mattina dopo Francesco lascia l’appartamento di Pisa e da allora non si hanno più notizie. I genitori lo sentivano un po’ stressato nelle ultime settimane, ma nulla di particolarmente grave. Si sospetta che Francesco, sia rimasto indietro con qualche esame e non l’abbia detto ai genitori per non deluderli.

Le tracce - I cani molecolari fiutano le tracce di Francesco dalla sua casa alla stazione di San Rossore, non lontano dalla sua residenza. Tracce che si fermano al binario tre. Ma non è certo che Francesco abbia preso il treno. Si analizzano le immagini delle telecamere di sicurezza piazzate nella zona. Da quelle della stazione, alle telecamere nelle vie vicino casa.
Il ritrovamento del corpo - Venerdì 27 luglio, c'è la conferma che il corpo carbonizzato trovato domenica sera nelle campagne di San Giuliano Terme (Pisa), è quello di Francesco. È stato identificato attraverso i campioni di Dna concessi dai genitori agli inquirenti.
Il corpo di Francesco era lì da una settimana - Da una settimana il suo cadavere era, in pratica, sotto gli occhi di tutti. Ma non lo aveva capito nessuno. Francesco Pantaleo è morto. Il suo corpo, carbonizzato, è stato trovato vicino la sponda di un torrente, ad Orzignano nelle campagne in provincia di Pisa, accanto ad un campo di girasoli. Solo che, fino ai risultati dell'autopsia, nessuno aveva fatto il collegamento tra quel corpo irriconoscibile - per la cui identificazione, infatti, sono serviti cinque giorni - e il giovane studente universitario di Marsala di 23 anni che aveva fatto perdere le sue tracce.
La pista del suicidio - La pista del suicidio è quella sempre più accredita, ma bisogna attendere ancora l’esito degli esami tossicologici, compreso quello fondamentale sulla presenza di monossido di carbonio nei polmoni del giovane. È ancora da chiarire infatti se il ragazzo abbia deciso di uccidersi dandosi fuoco oppure se il suo corpo senza vita sia stato bruciato dopo essere stato ucciso. L’assenza di monossido di carbonio nel sangue singnificherebbe che il giovane è stato bruciato morto da qualcuno dopo essere stato ucciso. Questa ipotesi, per adesso accattonata, stravolgerebbe completamente le indagini.
I funerali - Silenzio e dolore hanno davvero caratterizzato i funerali di Francesco Pantaleo. In Chiesa Madre il 17 agosto, gli ex compagni di scuola e gli amici, in jeans e maglietta nera, occupavano i posti alla destra del pulpito, ma nessuno di loro ha preso la parola. Così come nessuno ha voluto parlare dopo la cerimonia. La famiglia, anzi, ha rinunciato a ricevere le condoglianze dai presenti.