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30/12/2021 06:00:00

Verso le elezioni regionali, tra emergenza Covid, sanità allo sbando e i malumori nel centrodestra

 La Regione si avvia al suo ultimo anno di esecutivo, molti i malumori tra i componenti della maggioranza, un annodifficile per il bilancio siciliano (è stato approvato l’esercizio provvisorio fino a marzo 2022), l’emergenza pandemica ha messo a nudo tutti i problemi di una sanità siciliana che non sono mai stati risolti davvero.

Lo chiamano il delfino di Nello Musumeci, è Ruggero Razza, assessore alla Salute, che adesso mantiene un profilo basso, pesa ancora lo scandalo delle intercettazioni sui morti e positivi al Covid. Non ha brillato questo assessorato per prontezza e per organizzazione, Razza è dotato di buona oratoria, un pò come tutti gli avvocati, ma in Sanità sono altri gli aspetti che dovrebbero contare e non a caso Musumeci ha deciso di posizionare l’uomo più vicino a lui. Un assessorato di peso, che occupa varie voci nel bilancio della Regione, con delle responsabilità importanti, che non sono state amministrate bene.

La Sicilia è in emergenza e affanno da sempre ma questi due anni sono stati il colpo di grazia. Tutto soccombe innanzi al Covid, non si parla più di altre patologie, di punti di eccellenza e la provincia di Trapani è quella che ne esce male più di altre, con ospedali a brandelli ma con il progetto in cantiere di realizzare un altro nosocomio ad Alcamo, città di Mimmo Turano, assessore regionale alle Attività Produttive pronto a ricandidarsi alla prossima tornata.

L’ultima giunta prima della pausa natalizia non è stata senza malumori, i passi avanti fatti dal governatore sulla sua ricandidatura non sono stati graditi, Gianfranco Miccichè chiede un cambio di passo e maggiore condivisione sia nelle scelte di governo che in quelle elettorali e sarà un 2022 in cui il candidato alla presidenza potrebbe proprio essere un altro, il nome che circola è quello di Raffaele Stancanelli, molto amico di Miccichè, tiene buoni rapporti con tutti i partiti di centrodestra.

Il 2021 si chiude con tensioni innegabili, con un sondaggio che in Sicilia vede avanti il centrodestra rispetto al centrosinistra, ma con molti problemi da affrontare: la crisi occupazionale, la crescita della poverta, le infrastrutture che si sbriciolano, l’abbandono scolastico, la questione femminile con traguardi ancora da raggiungere, con una sanità da rifare, con un turismo che fa fatica ad essere eccellenza e che dovrebbe lavorare sinergicamente con i beni culturali.

Un sistema che negli anni ha visto crescere la disaffezione da parte dei siciliani, che disertano le urne, preferendo l’indifferenza alla responsabilità di una scelta. Il 2022 sarà l’anno della svolta, in arrivo i fondi del Pnrr, che se saputi utilizzare cambieranno il volto della Sicilia oppure lasceranno questa terra indietro, e non ci sarà mai più nulla da fare.

 

Rossana Titone