Quantcast
×
 
 
05/01/2022 08:01:00

Mafia, preso dopo venti anni super latitante. E' stato trovato grazie a ... 

Scovato in Spagna, dopo venti anni di ricerche e ... grazie a Google Maps.

E' stato arrestato così il boss agrigentino Gioacchino Gammino.

E' immortalato da Google Maps davanti al suo negozio, a Galapagar, cittadina di 25mila abitanti, vicino Madrid, nella quale si era reinventato una vita da commerciante e chef.

Gli investigatori erano sulle sue tracce, ma non riuscivano a capire dove. Girando con Google Maps tra le vie della cittadina dove, secondo una pista, si nascondeva Gammino, hanno fatto una curiosa scoperta: davanti a un negozio di frutta e verdura di "Avenida de los Voluntarios" - l'insegna dice "El huerto de Manu" - si intravedeva un uomo che richiamava molto Gammino.

Dal numero di telefono del locale, l'indagine è arrivata a un ristorante poco distante, chiuso dal 2014, "La cocina de Manu": su Facebook, c'è una foto dello chef, Manuel. Ovvero Gioacchino Gammino. 

Gammino era inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi del ministero dell’Interno.

Pregiudicato per associazione di tipo mafioso, omicidio ed associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, è affiliato alla famiglia stiddara degli Incaglio di Campobello di Licata (AG), che, alleatasi con la stidda nissena, negli anni ’90 aveva scatenato una lunga e sanguinosa guerra di mafia contro Cosa nostra. Gammino arrestato per la prima volta nel ‘84 nell’ambito di un procedimento poi sfociato nel primo maxi processo a Cosa Nostra a Palermo, venne indagato allora dal giudice istruttore Giovanni Falcone per una vicenda legata a un traffico di droga. Nel ‘95 venne colpito da un’ordinanza di arresto in carcere per associazione di tipo mafioso per omicidio aggravato. Si è poi reso latitante, è stato catturato a Barcellona a fine anni ‘90, ma era riuscito ad evadere dal carcere romano Rebibbia nel 2002.
La cattura è arrivata al termine di un’attività della Dia di Roma e Palermo durata oltre due anni. L’operazione è stata coordinata della Procura Distrettuale di Palermo, seguita dal procuratore Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Paolo Guido, con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.