La Regione Siciliana ha nelle casse dello Stato delle risorse che non sono mai state versate e che ora il Mef ha riconosciuto. La Sicilia dal 2007 non ha mai ricevuto quelle somme, previste come ristoro e compensazione rispetto all’aumento della spesa sanitaria negli ultimi quin-dici anni. In pratica la norma che prevedeva ciò c’era ma è rimasta solo ideale e sulla carta.
Dal 2018 la Regione ha chiesto allo Stato di rientrare e in base ai calcoli fatti al Ministero dell’Economia, la Sicilia dovrebbe avere da quest’anno a regione 631 milioni. Se La Sicilia incassasse in una la soluzione quanto le spetta, pari a 8 miliardi di euro, potrebbe azzerare il suo disavanzo di bilancio che è di 7 miliardi.
Intanto va avanti l’accordo tra lo Stato e la Regione firmato nel gennaio del 2021 con il quale l’amministrazione si impegnava a realizzare tagli, negli anni dal 2021 al 2029, percentuali del 20 o del 40% di riduzione strutturale di numerose voci di spesa corrente. Come è che un taglio diventa un aumento? Grazie alla riduzione del personale in forza all’amministrazione: circa 394 unità in meno nelle strutture. «Si completa il percorso avviato lo scorso anno adeguando lo stanziamento delle risorse necessarie per i rinnovi contrattuali alla misura prevista per i rinnovi dei comparti nazionali dalla legge statale di bilancio 2022», spiega l’assessore Marco Zambuto.