Spesso è stata presentata come una polemica tra il comune e gli esercenti di fronte alla piazza lignea del centro di Selinunte. Da una parte, le ragioni dell’ente, con le tariffe di suolo pubblico da pagare e dall’altra quelle dei locali che non potrebbero pagare cifre troppo alte, viste anche le attuali difficoltà economiche date dagli aumenti delle materie prime e dell’energia.
Il punto però, come abbiamo già scritto è legato ad un altro aspetto fondamentale: a prescindere da quanto costi occupare il suolo, le concessioni non potranno essere date se non si è in regola con le tasse comunali: spazzatura, Imu (per chi è anche proprietario), acqua, ecc…
E’ emerso che tutti gli esercenti interessati alla piazza di legno (tranne uno, perché nato adesso e dunque senza pregressi) devono pagare diversi anni di tributi. Alcuni superano perfino 50 mila euro. Si sarebbe potuto ovviare attraverso la rateizzazione proposta dal comune, ma nessuno ha voluto “cogliere l’opportunità”.
Alla fine i tavolini li hanno messi lo stesso, magari non sulla piazza lignea ma a margine. Come se lì non fossero abusivi. Ovviamente sono stati multati. E le sanzioni elevate sul finire della stagione, sono arrivate qualche giorno fa, con tanto di chiusura disposta per 5 giorni. Non soltanto per gli esercenti della piazza, ma un po’ per tutti, anche in altre zone di Marinella di Selinunte e di Castelvetrano.
Ma quanto costa mettere i tavolini sul suolo pubblico?
Certo, di più rispetto a quei comuni che non si trovano in dissesto finanziario come Castelvetrano. E la giunta non ha il potere di abbassarle, se lo facesse dovrebbe risponderne alla Corte dei Conti. Ecco perché le polemiche sul sindaco che avrebbe dovuto comprendere le difficoltà dei commercianti e regolarsi di conseguenza sono del tutto sterili. Siamo in dissesto e le tariffe non si possono abbassare. Punto.
Davvero, come è stato scritto da qualche parte, per una stagione estiva l’occupazione del suolo pubblico (oggi Canone unico, che comprende anche le pubbliche affissioni e la pubblicità) potrebbe arrivare anche a 20 mila euro?
Potrebbe arrivarci soltanto se, al posto di scegliere la tariffa annuale, si prendesse in considerazione quella giornaliera.
La prima è di 55,60 euro al metro quadro per un anno (50,04 se in zona non centrale). La seconda è di 4,13 euro al metro quadro per un giorno (3,71 se in zona non centrale). Non c’è l’opzione semestrale. Quindi con la tariffa annuale, un locale otterrebbe 48 metri quadri di spazio (che è il massimo consentito nella piazza lignea) pagando meno di 2.700 euro l’anno. Spazio che sfrutterebbe a pieno nei mesi tardo primaverili ed estivi, ma che avrebbe a disposizione anche nel rimanente periodo dell’anno, magari per le belle giornate o in particolari occasioni di festa, organizzandosi con teli e stufe.
Se invece scegliesse la tariffa giornaliera, sei mesi di occupazione del suolo gli costerebbero più di 35 mila euro. Ovvio che sarebbe un costo proibitivo.
Insomma, va da sé che quest’ultima tariffa viene usata soltanto quando il suolo serve per pochi giorni. Ecco perché, anche qui, non ha molto senso pretendere una riduzione della tariffa giornaliera. Immaginiamo però che, al posto di 4,13 euro, si pagasse soltanto un euro: 48 metri quadri per sei mesi verrebbero a costare circa 17.500 euro. Rimarrebbe comunque un costo proibitivo.
Praticamente, l’aver diretto il focus verso la tariffa giornaliera ha prodotto l’errata convinzione che i costi per l’occupazione del suolo fossero inavvicinabili.
E le fiere? Anche i costi del suolo pubblico per le bancarelle della Fiera della Tagliata erano così proibitivi da scoraggiarne la presenza? Posto che anche quelli non si sarebbero potuti abbassare per gli stessi motivi, la tariffa è di 6,20 euro per metro quadro (o lineare) al giorno. Una postazione di 15 metri, per due giorni di festa, ha pagato dunque poco più di 185 euro.
Una cifra non bassissima, ma molto lontana da quelle lievitate sui social, che superavano 500 euro.
Poi c’è il mercatino del martedì e gli spazi pubblici per l’attività edilizia, che hanno una tariffa giornaliera di circa due euro per metro quadro.
In ogni caso, una vicenda “tecnica”, dal momento che le tariffe non possono essere soggette a variazioni per iniziativa politica. Nemmeno se a chiederlo con forza è una parte delle opposizioni.
“Sono consapevole dell’aumento dovuto alle disposizioni del dissesto e che, purtroppo alcuni di questi imprenditori non hanno mai versato un euro alle casse del comune – ha affermato il sindaco Enzo Alfano - Qualche consigliere di opposizione preferisce cavalcare il malcontento. Ma, proprio per il ruolo che ricopre, dovrebbe riflettere meglio sul messaggio che trasmette. Il cammino verso la legalità passa anche dal pagamento delle tasse e dal sanzionare gli abusivismi, in rispetto di tutti quei cittadini e di quelle attività commerciali, che pagano quanto dovuto e rispettano le regole”.
Egidio Morici