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28/10/2022 06:00:00

Conto alla rovescia per la nuova Ars, gli incontri di Schifani per la Giunta. D'Urso rimosso

 E’ convocata per il 10 di novembre la prima seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana, lì i 70 deputati dovranno prima giurare e poi si procedere alla votazione del presidente dell’Aula, ruolo che finora è stato ricoperto da Gianfranco Miccichè.

I più informati dicono che adesso la poltrona più alta di Sala dei Normanni vada a Fratelli d’Italia, il nome è quello del catanese Gaetano Galvagno ma in lizza c’è anche Giusi Savarino.

Intanto sono iniziate le manovre per la composizione della giunta regionale, il presidente Renato Schifani ha iniziato a incontrare i partiti, sia Forza Italia che Fratelli d’Italia chiedono 4 assessorati a testa, avendo 13 deputati ciascun partito. Le deleghe più contese riguardano la Sanità e le Infrastrutture, gli azzurri puntano pure al Turismo, la Nuova DC di Totò Cuffaro predilige l’Agricoltura e i Lavori Pubblici.

Non sarà facile distribuire le 12 deleghe e con molta probabilità Schifani attenderà prima che da Roma vengano nominati i Sottosegretari per poi procedere al suo di governo.

Gli Autonomisti di Raffaele Lombardo scendono a tre deputati, con molta probabilità avranno un solo assessore e potrebbe proprio essere l’agrigentino Roberto Di Mauro. Una delle deleghe più delicate è quella all’Energia, Schifani dovrà sapere scegliere non solo per appartenenza di partito ma tra anche qualche tecnico che saprà avviare e terminare la riforma dei rifiuti.

Il coordinatore forzista, Miccichè, non ha ancora deciso se restare a Roma come senatore o accettare il seggio all’ARS, avrà ancora qualche tempo prima di decidere, stessa situazione per Anthony Barbagallo del Pd, eletto alla Camera dei Deputati.

Schifani nel frattempo ha deciso di non avvalersi, come fece Nello Musumeci, di Tuccio D’Urso, dirigente in pensione che venne chiamato per attuare la rete ospedaliera. Il neo presidente gli ha revocato l’incarico e ha nominato Salvatore Lizzio, dirigente generale dell’ufficio regionale tecnico dell’assessorato alle Infrastrutture.

Il fallimento di D’Urso è legato alla mancata attuazione del piano che avrebbe dovuto migliorare e potenziare la sanità siciliana, in particolare le somme, 237 milioni di euro, avrebbero dovuto servire per realizzare posti nuovi in Terapia Intensiva e sub intensiva, per un totale di 571 posti letto, e riqualificare 29 Pronto Soccorso. 
Il fallimento è stato totale per D’Urso su 76 progetti appena 24 sono stati realizzati mentre 25 di questi non sono nemmeno stati appaltati.
Tra queste opere c’è anche il famoso padiglione di Malattie Infettive del Paolo Borsellino di Marsala (qui potete leggere gli approfondimenti di Tp24).
Anche per la Sanità si sta aprendo una nuova fase, se sarà migliore della precedente lo diranno i fatti a cominciare da una nuova ed efficiente Sanità per gli utenti.