Prima gli avrebbe chiesto il favore di prestargli il telefono cellulare per fare una telefonata e poi si sarebbe improvvisamente allontanato impossessandosene. E con il telefonino si sarebbe impossessato anche della carta d’identità e del codice fiscale che erano nella custodia.
Protagonista della vicenda il 30enne Akil Hafsi, per il quale la Procura di Marsala (pm Diego Sebastiani) ha chiesto il rinvio a giudizio per furto aggravato. A spalleggiare Hafsi, sempre secondo l’accusa, sarebbe stata Francesca Valenza, 21 anni, alla quale si contesta il reato di rapina (terzo comma) “perché – si legge nel capo d’imputazione – immediatamente dopo la sottrazione” del telefonino “allorquando N.G. (il presunto derubato, ndr) si rivolgeva a lei chiedendole di aiutarlo a riottenere il proprio telefono e i suoi documenti”, la giovane gli avrebbe detto: “Non sai con chi ti stai mettendo contro, abbiamo le spalle coperte, ho già denunce per lesioni, non ho problemi ad averne altre, qui non funziona come a Prato (G.N., infatti, è originario della città toscana, ndr), noi lì non ti facciamo più tornare”. I fatti contestati dall’accusa sarebbero accaduti a Marsala il 4 luglio 2021. L’indagine è stata svolta dai carabinieri ed è scattata subito dopo la querela presentata da G.N., domiciliato in contrada Ciancio.
La prima udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Marsala si terrà l’1 dicembre. A difendere i due imputati sono, rispettivamente, gli avvocati Vito Cimiotta e Ornella Cialona.