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02/02/2023 06:00:00

Le rivelazioni di Fondacaro sulla "massomafia", da d'Alì a Messina Denaro

  Propaggini della P2 di Licio Gelli che passano dalla Calabria e arrivano alla provincia di Trapani, a Matteo Messina Denaro.

Un intreccio tra politica e qualcosa in più della borghesia mafiosa di cui si parla in queste settimane. C’è un uomo, che ha galleggiato tra le ndrine, le cosche mafiose siciliane, le logge massoniche, e gli studi buoni di politici e pezzi grossi della sanità, che racconta rapporti e intrecci datati nel tempo e che oggi acquisiscono particolare interesse, dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro.

Si tratta di Marcello Fondacaro, oggi collaboratore di giustizia, un colletto bianco di Gioia Tauro, vicino alla ndrina dei Piromalli-Molè, coinvolto in molte vicende sulla mafia, la massoneria e la sanità anche in provincia di Trapani. Medico per formazione diventato ras delle cliniche private fra la Calabria, il Trapanese e la provincia romana, massone di alto rango della loggia Giustinianea della Capitale. Anche se lui non ci sta ad essere inquadrato nella massoneria. “Non sono massone, nè lo sarò mai e ho sempre dissentito da una mentalità e da una cultura che agevola forme di potere occulto”.


Fondacaro ha riferito tanto e mostrato di sapere un sacco di cose sulla Sicilia e sulla provincia di Trapani in particolare. Cose che sono emerse negli anni scorsi in occasione del procedimento penale per l’applicazione della sorveglianza speciale e la confisca dei beni a carico di Pino Giammarinaro, ex deputato regionale della Dc e per decenni punto di riferimento politico in buona parte della Sicilia occidentale.

E’ diventata una voce tenuta in considerazione, anche per le indagini antimafia. I pm di Palermo si interessano a lui anche per la vicenda Savalle e di chi gestisce il tesoro di Matteo Messina Denaro. Giovanni Savalle, ragioniere iscritto all’albo dei commercialisti e imprenditore alberghiero, è stato raggiunto negli anni passati da un provvedimento di confisca di beni per 60 milioni di euro, tra cui il Kempisky Hotel. Secondo i racconti di Fondacaro, Savalle avrebbe avuto rapporti con il boss di Castelvetrano.
Ma Fondacaro parla anche dei rapporti tra le logge di Reggio Calabria e quelle di Trapani. Due province in cui la presenza massonica è molto forte.

Negli ultimi mesi ha parlato anche della “massondrangheta” e della “massomafia”. Nei verbali del processo “‘Ndrangheta stragista”, ad esempio, parla delle connessioni tra mafia, politica e massoneria, negli anni 90 in provincia di Trapani. Tira in ballo l’ex senatore Antonio d’Alì e Matteo Messina Denaro. «Ho riferito appunto di essere stato membro della massoneria, delle loggia Giustinianea già dal… fine ‘8O, inizio 90 … su Roma, quindi ho avuto molti rapporti con la loggia di Piazza del Gesù di cui faceva parte anche Andreotti e altri uomini importanti».

In provincia di Trapani Fondacaro aveva poliambulatori e cliniche. Parla della loggia “La Sicilia”, quella che secondo molti avrebbe avuto al vertice proprio Messina Denaro.
"Avevo modo di incontrarmi spesso con soggetti di origine mazarese, o castelvetranese, o palermitana, o altro, che erano miei colleghi, o erano uomini politici legati anche alla massoneria siciliana". Massoneria ufficiale, o coperta. Trapani, lo ricordiamo, è la città in cui venne scoperta la loggia segreta Iside 2, all’interno del Centro Scontrino, a metà anni 80, in cui figuravano anche mafiosi del calibro di Mariano Agate. Già nel 2016, ai pm della DDA di Palermo, raccontò che nel 2000 ebbe meglio a conoscere la loggia massonica “la Sicilia”, e lì ebbe presentati alcuni aderenti: «Il senatore D’Alì l’ho avuto presentato come massone». Nessuna delle indagini di questi anni, bisogna dire, inquadrano l’ex senatore trapanese nella massoneria.


Fondacaro avrebbe avuto contatti utili con personaggi che definirli borderline è poco.
L’”utilità” di questi contatti stava nel portare a compimento affari e risolvere rogne burocratiche, sempre impedienti in Sicilia. Di un problema del genere Fondacaro ne aveva personalmente parlato con Luigi Sorridenti, nipotino dei Piromalli. "Mi dice: 'Se hai bisogno di qualcosa da parte della Regione siciliana, non ci sono problemi, compare, anche perché lì io conosco direttamente Totò Cuffaro' e oltre al capomafia di Mazara del Vallo, tale Mariano Agate, 'perché mio nonno è stato carcerato con Mariano Agate, e poi hanno un rapporto societario'. Insomma, mi disse che tra i calabresi di 'ndrangheta e la mafia siciliana non c'era alcun problema, perché erano tutti uniti in un'unica cosa". Dai più bassi ai più alti livelli. E di certo non solo negli anni Novanta.

Prima di divenire collaboratore di giustizia Fondacaro si è sempre mosso tra cliniche e laboratori. Entra nel vivo delle faccende che riguardano Pino Giammarinaro, “sua sanità”. Fondacaro racconta anche di quando il boss Matteo Messina Denaro voleva aprire un campus sanitario altamente specializzato a Marsala, vicino l'ospedale "Paolo Borsellino" di via Salemi. Lo riferì proprio quando testimoniò nel corso del procedimento per l’applicazione della sorveglianza speciale all’ex deputato salemitano Pino Giammarinaro, per anni il vero dominus della sanità trapanese. Fondacaro ascoltato dalle Procure di Roma, Trapani e Palermo, per fatti di mafia collegati alla massoneria, ha parlato dell’esistenza in Sicilia di una superloggia al cui vertice ci sarebbe proprio Matteo Messina Denaro. Del progetto del campus sanitario di cui parla Fondacaro si iniziò a parlare nel 2005; si voleva rifare a Marsala quanto già fatto dallo stesso Fondacaro con la sua società, con la quale aveva realizzato già due attività analoghe nel Lazio e in Calabria.


Un uomo che ha attraversato tante epoche, luoghi e intrighi, Fondacaro. I cui racconti sui rapporti occulti nelle stanze segrete oggi acquisiscono più interesse, dopo la cattura di Matteo Messina Denaro.

 

Qui una replica degli avvocati di Giovanni Savalle.