Per Matteo Messina Denaro, la figlia Lorenza Alagna, era una "sciacqualattuga". Il boss aveva scarsissima considerazione della figlia.
Viene fuori dall’inchiesta dei carabinieri del Ros che stanno analizzando l’enorme mole di pizzini e lettere trovate nei covi dell’ex primula rossa di cosa nostra. In una lettera indirizzata alla sorella Giovanna, parlando di Martina Gentile, la figlia della maestra Laura Bonafede arrestata ieri per favoreggiamento, il boss riferendosi in codice alla figlia naturale usava appunto il termine “sciacqualattuga”.
Intanto si allunga la lista dei nomi in codice trovati nei pizzini di Matteo Messina Denaro. A3B, Ikea, Drogato, Bagnino, Merlona, Solimano, Pancione. In sei sono già finiti in manette: in cima alla lista la sorella maggiore del padrino, Rosalia; il medico Alberto Tumbarello, la vivandiera Lorena Lanceri e l’amante Laura Bonafede, arrestata giovedì.
Altri favoreggiatori si sarebbero occupati delle questioni economiche: per il latitante era fondamentale continuare a ricevere soldi. Negli ultimi mesi, voleva chiedere denaro a “Parmigiano”, forse un imprenditore, che doveva essere contattato da Rosalia Messina Denaro, nome in codice “Fragolone”: i soldi sarebbero dovuti transitare attraverso “Fragolina”, un altro nome misterioso.