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08/05/2023 12:41:00

30 anni fa l'anatema di Giovanni Paolo II contro la mafia

Con la consegna delle reliquie di Papa Giovanni Paolo II alla cattedrale di San Gerlando di Agrigento sono entrate nel vivo le cerimonie organizzate in ricordo dello storico anatema del pontefice polacco contro la mafia di 30 anni fa.

Nella Valle dei Templi, il 9 maggio del 1993, il Papa pronunciò parole durissime contro i boss invitandoli alla conversione.


Le reliquie sono state consegnate da Omar Gianpaolo Mohamed Ahmed e Danilo Tkanko, autorizzati dall'Arcidiocesi quali corrieri diplomati.
"Convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio", disse davanti alla chiesa locale e a migliaia di cittadini. Una invettiva storica che ha segnato uno spartiacque nell'atteggiamento della Chiesa contro la criminalità organizzata.
Nel pomeriggio ad Agrigento è previsto un convegno per ricordare la giornata al quale parteciperanno, tra gli altri, il presidente del tribunale Vaticano Giuseppe Pignatone e il presidente della Cei, monsignor Antonino Raspanti.  

Trent’anni fa, l’8 maggio 1993, Papa Giovanni Paolo II venne in visita a Mazara del Vallo. Presentandosi a tutti come «pellegrino di pace e missionario del Vangelo», il Pontefice venne a concludere i festeggiamenti del nono centenario della costituzione della Chiesa che è in Mazara del Vallo. La visita di Papa Giovanni Paolo II (oggi Santo) ha lasciato il segno nella comunità diocesana e in molti, ancora oggi, ricordano quei momenti vissuti sul lungomare Mazzini (il Pontefice arrivò in elicottero in piazzale G.B. Quinci) e in piazza della Repubblica. Stasera (lunedì 8 maggio), alle ore 18,30, nella Cattedrale di Mazara del Vallo il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella presiederà la concelebrazione eucaristica nella ricorrenza del 30° anniversario di quella visita. «Ho letto i discorsi che San Giovanni Paolo II ha fatto, l’8 maggio del 1993, a Mazara del Vallo. Sono passati trent’anni, eppure quello che ha detto resta veramente attuale. Il successore dell’apostolo Pietro in tre interventi ha come tracciato un cammino per una Chiesa di frontiera accogliente e ospitale, audace e coraggiosa, incarnata nel territorio e aperta al futuro», ha detto il Vescovo Giurdanella.