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03/07/2023 22:00:00

La Francia in fiamme...

 La Francia è in fiamme. Le violenze di questi giorni dopo l’uccisione del giovane Nahel, simile a quella di Floyd compiuta negli Stati Uniti d'America tre anni fa, Nanterre da parte di un agente che gli ha sparato a bruciapelo, richiama alla memoria ulteriori fatti di cronaca che si sono susseguiti negli anni in Francia. Nel 2005 un precedente: ad infiammarsi per prima fu Clichy-sous-Bois - banlieue parigina - per la morte di due ragazzi, Zyed Benna e Bouna Traorè, rimasti folgorati in una cabina per l'elettricità mentre cercavano di sfuggire ad un controllo delle forze dell'ordine.

Una morte come scritto, che ne ricorda tante altre per mano della polizia e in particolare nelle banlieues francesi, le periferie spesso marginalizzate, dove le tensioni con la Gendarmeria sono pane quotidiano. Anche la marcia commemorativa voluta dalla madre del giovane - 17enne - a cui hanno preso parte più di seimila persone giovedì pomeriggio, si è conclusa nella violenza. Per quasi due ore, una marea umana si era riversata pacificamente nelle strade di Nanterre, cittadina anch'essa con la sua banlieue in cui regnano la disoccupazione l’abbandono scolastico e le conseguenze dell'etnofobia e anche sede principale del partito Front ora Rassemblement National, gridando “Giustizia per Nahel” o “Niente giustizia, niente pace”. Da un camion, in mezzo alla folla, la madre del giovane ringraziava i partecipanti. “Non uno di più, Nahel sarà l’ultimo”, ha detto, commossa. Si dubita moltissimo che l'auspicio della donna si realizzi.

In Italia si è strumentalizzata la vicenda in chiave immigrati, quando anche i bambini di terza elementare sono a conoscenza che le persone coinvolte sono di seconda, terza e anche quarta generazione. Se la soluzione è ghettizzare e accade anche in Italia a: Quarto Oggiaro, Scampia, Zen, il risultato è un micro cosmo d'illegalità, dove lo Stato è assente e quando si palesa, a volte, commette degli abusi. Urgono idee diverse per debellare o almeno per mitigare la discriminazione di queste comunità, contrariamente la Francia arderà spesso.

Vittorio Alfieri



L'Alfiere | 2024-12-13 00:00:00
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