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24/07/2023 06:00:00

  Caos aeroporti in Sicilia. L’emergenza non finirà presto. La situazione

Sta per arrivare agosto, il mese caldo del turismo in Sicilia, con centinaia di migliaia di viaggiatori in arrivo. E sull’isola non si arresta l’emergenza negli aeroporti dopo l’incendio nello scalo catanese di domenica scorsa che ne ha determinato la chiusura.

Da più di una settimana quasi tutti i voli del quinto aeroporto italiano per traffico di passeggeri sono stati smistati negli altri scali. Palermo, Comiso e Trapani stanno facendo gli straordinari per far atterrare e partire i viaggiatori previsti a Catania.


Ma dopo una settimana ancora non si sa quando finirà l’emergenza. Lo scalo catanese resterà parzialmente chiuso ancora per diversi giorni. Nel frattempo sono messe a nudo tutte le falle del trasporto interno alla Sicilia. Raggiungere Catania da Trapani è un’odissea, 5 ore di viaggio se finisce bene, con una navetta diretta. Treni? Neanche immaginabili. Passeggeri sballottati da una punta all’altra dell’isola, proprio nei giorni di gran caldo. Voli cancellati e in ritardo. Problemi nello smistamento dei bagagli. E’ la tempesta perfetta per il turismo siciliano.

 


Quando finirà l’emergenza?
Fatto sta che non si sa quando finirà l’emergenza. All’aeroporto di Catania stanno montando delle tensostrutture per aumentare consentire di aggiungere qualche volo in più. Si era ipotizzato di utilizzare anche Sigonella, ma è, appunto, solo un’ipotesi in quanto è uno scalo militare he deve essere attrezzato per il trasporto civile: gate, checkin, controlli. L’assessore regionale ai trasporti, Alessandro Aricò, in visita a Trapani ha detto che ne avremo per almeno un’altra settimana. Ma non è chiaro quando la situazione tornerà alla normalità.

 

 

E c’è molta preoccupazione per il turismo. La parziale chiusura dell’aeroporto etneo di Fontanarossa ha provocato, tra le altre cose, danni enormi per l’economia catanese e siciliana, sottolinea Salvo Politino, presidente Assoesercenti Sicilia. “Si stima una perdita di circa 40 milioni di euro al giorno. A essere coinvolti non saranno solo i turisti, ma soprattutto l’indotto con le imprese del trasporto, ncc, bus, taxi, la filiera turistica in generale, con particolare riferimento a hotel, b&b, bar, ristoranti, agenzie di viaggio. Il danno riguarda non solo gli arrivi ma anche le partenze”.

Trapani, uno scalo in prima linea
Per capire l’emergenza basta guardare i numeri di Trapani Birgi. L’aeroporto è passato da 24 voli al giorno a oltre 100 con uno sforzo notevole da parte del personale e di tutti gli operatori collegati, per mantenere l’ordine e non creare ulteriori disagi ai passeggeri. Ma questi sforzi non stanno bastando. Migliaia di persone arrivano a Trapani pur essendo diretti a Catania e spesso non sanno come raggiungere la destinazione finale. Da lunedì 17 luglio, sono transitati al Vincenzo Florio oltre 60.000 passeggeri, con un aumento percentuale del 152% rispetto al traffico ordinario. Quindi, una media giornaliera di 11.600 persone e 91 voli, più del triplo del normale. Sono serviti più di 100 pullman per trasportare quotidianamente a Catania i passeggeri. Il presidente di Airgest, Salvatore Ombra, nel gestire questa emergenza ha potuto contare sugli sforzi di personale e volontari di protezione civile per cercare di rendere meno critica la situazione. Ha lamentato però l’assenza dei Comuni, soprattutto di Misiliscemi, su cui sorge l’aeroporto.

 

 

Oltre a polizia, carabinieri e altre forze dell’ordine, sono stati presenti anche i vigili urbani di Marsala. Dal comando della Polizia Municipale, infatti, fanno sapere che dal primo giorno di emergenza pattuglie di vigili stagionali hanno presidiato la rampa d’accesso all’aeroporto nonostante non fosse territorio del comune di Marsala. Ogni giorno, mattina e sera, i vigili urbani di Marsala sono presenti in aeroporto fornendo un ulteriore supporto di sicurezza.

 

 

Lo scontro Schifani - Urso
Ed è scontro tra il Ministro del Made in Italy Adolfo Urso e il presidente della Regione Renato Schifani. «Ormai è evidente che ci sia stata una mancata programmazione e che siano state carenti le verifiche sui programmi infrastrutturali, annunciati e mai realizzati. È passata una settimana e ancora non è chiaro quando ritorneremo alla cosiddetta normalità» ha detto il ministro. “Il, preferisce alimentare sterili polemiche adombrando dubbi su carenze infrastrutturali di un sistema aeroportuale che, ricordo al Ministro, sino alla vigilia dell’incidente individuava in Fontanarossa un significativo hub internazionale” è la replica di Schifani.