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30/08/2023 12:09:00

Covid, oggi via libera al nuovo vaccino “Casi in aumento, i fragili devono farlo”

Covid. Oggi ci sarà il  via libera in Europa per il primo tra i nuovi vaccini, quello di Pfizer.

Salvo imprevisti, che comunque al massimo farebbero slittare l’approvazione di qualche giorno, l’agenzia del farmaco (Ema) aprirà così ufficialmente la procedura che porterà alla campagna vaccinale di autunno. In Italia la consegna delle prime dosi è attesa a inizio di ottobre e il piano è di fare contemporaneamente, a partire dalla fine del mese, l’anti coronavirus e l’antinfluenzale.

Il nuovo vaccino è aggiornato contro la variante Xbb del virsu SarsCoV2, quella attualmente più diffusa.

Sono mesi che in Italia non si vaccina praticamente nessuno, del resto la malattia è quasi scomparsa. Quindi ci si chiede se funzionino ancora la copertura derivata dal medicinale iniettato così tanto tempo fa oppure quella legata all’infezione. «Difficile dirlo — spiega a Repubblica Andrea Cossarizza, immunologo esperto di vaccini dell’Università di Modena —. Ci sono persone di oltre 100 anni i cui linfociti rispondono ancora al vaiolo, contro il quale si sono immunizzati 80 anni prima. Il Covid ormai lo abbiamo avuto tutti, forse anche più volte. Però il consiglio è di non rischiare e fare il richiamo ed è rivolto in particolare ai più fragili e deboli, a chi fa certe terapie, agli immunocompromessi».

 Intanto, si stimano in oltre 10 milioni le dosi di vaccino anti-Covid acquisite e rimaste inutilizzate in Italia per la scarsa adesione alla campagna vaccinale negli ultimi mesi, come sottolinea il presidente della Società italiana di farmacologia ospedaliera (Sifo), Arturo Cavaliere. "A livello nazionale si tratterebbe di circa 10-15 milioni di dosi stimate. E' un dato - spiega il presidente Sifo - che ogni singola Regione conosce bene in quanto le Farmacie Ospedaliere comunicano settimanalmente le giacenze per ogni singolo sito ospedaliero alle Regioni, per tipologia di vaccino e scadenza, comunicando più volte di essere al limite delle capacità di stoccaggio". Quindi, conclude, "si spera che sia stato previsto nei contratti di acquisto una opzione che prevedesse al cessare della pandemia la possibilità di non acquistare più vaccini, altrimenti sarebbe a dir poco preoccupante alla luce delle risorse investite oltre che eticamente inaccettabile".