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01/09/2023 06:00:00

L'insegnante, il sindacalista e il falso testimone 

 Gentile direttore di Tp24, 

premetto che non si tratta della trama di un film italiano anni ‘70 – ‘80 come il titolo potrebbe far pensare, ma semplicemente dopo aver letto l’articolo relativo all’automobilista cui ieri a Marsala hanno danneggiato la vettura, dileguandosi senza lasciare nemmeno un biglietto di scuse, ho pensato tra me e me “meglio così … meglio non sapere chi è l’incivile artefice di tale vile gesto e limitarsi a sperare che prima o poi ci sarà una giustizia divina!”

Provo a spiegare di seguito le ragioni delle mie amare considerazioni: lo scorso maggio a Trapani, nella centralissima piazza San Pietro, mia moglie ferma a bordo della propria vettura in attesa di parcheggiare viene tamponata da “un gentiluomo” che esce in retromarcia a velocità sostenuta. Dopo l’urto, lo stesso decide di continuare come se nulla fosse e tenta di andare via; richiamato dal clacson di mia moglie, pensa bene di scendere dall’auto ed in maniera inqualificabile – dopo averla aggredita verbalmente – sostiene con veemenza di essere stato tamponato da un’auto ferma.

Vista la presenza di alcuni passanti e considerata la reazione di mia moglie, che ha avuto un lieve malore, accenna delle finte scuse dicendo che era distratto e preso da mille impegni perché a breve la figlia si sarebbe sposata. Dopo lo scambio delle generalità, provvede a comunicare a mia moglie il nome del suo carrozziere di fiducia per valutare la riparazione dei danni subiti dalla vettura ed evitare di ricorrere all’assicurazione.

Recatoci dal carrozziere in questione riceviamo una proposta irrisoria per sistemare in maniera adeguata (ricambi più verniciatura) la parte anteriore di una vettura nuova e per tale ragione contattiamo “il galantuomo” in questione segnalando l’entità del danno effettivo e comunicando che avremmo proceduto con l’apertura del sinistro.

Lo stesso ci rassicura che, trascorso il weekend e quindi dopo il matrimonio della figlia avrebbe fatto altrettanto: non nascondo da subito le mie perplessità visto come ha debuttato il ceffo in questione, ma mia moglie è un’insegnante di lettere che crede nel proprio mestiere, che ogni mattina guarda negli occhi i propri discenti cercando di trasmettere loro i valori di legalità, rispetto e civiltà e quindi perché non fidarsi di un signore di quasi 70 anni (che potrebbe essere suo padre), che è un sindacalista conosciuto nel Trapanese e che a breve avrebbe orgogliosamente condotto all’altare sua figlia?

Attendiamo qualche giorno e da subito tutti ma proprio tutti (assicuratore, perito, lattoniere, conoscenti che operano nel settore) ci consigliano vivamente di reperire un testimone presente al momento del sinistro per evitare brutte sorprese.

Era certamente presentr un signore realmente gentile che ha soccorso mia moglie e si offerto di accompagnarla al bar visto il suo malore; ma mia moglie doveva prendere servizio a scuola, non voleva speculare sull’accaduto ed in buona fede non ha chiesto al signore gentile le generalità…quindi niente da fare.

Eureka! Mia moglie ricorda perfettamente che era presente un ausiliario del traffico, una persona che ha una divisa e che si veste di grande autorità se deve multarti per un minuto di ritardo sul parcheggio pagato; insomma “un uomo di legge” che non può non aver visto perché presente a pochi metri dal punto dell’impatto. Tornando in prossimità del luogo del sinistro qualche giorno dopo, lo stesso operatore è in servizio; lo avviciniamo gentilmente spiegando la necessità di disporre di un testimone che abbia effettivamente visto quanto accaduto ma sfortunatamente ricorda perfettamente le auto, ricorda l’alterco (parole sue) e le urla del sindacalista gentiluomo ma al momento dell’urto tra le vetture guardava il cellulare (guarda tu che coincidenza!) e quindi non può asserire con certezza quale sia stata la dinamica.

Mi limito a dire al solerte ausiliario del traffico che un uomo – con o senza divisa – davanti ad una donna aggredita, anche solo verbalmente, da un altro uomo (anche se faccio fatica a definirlo tale), a prescindere dalle motivazioni o da chi possa avere torto o ragione, DEVE quanto meno intervenire a tutela del gentil sesso…ma le mie parole servono a poco.

Fiduciosi che tutto andrà per il verso giusto, continuiamo con l’iter assicurativo indicando che purtroppo non disponiamo di testimoni e che la nostra condotta onesta non contempla quello che abbiamo poi scoperto essere un malcostume diffusissimo, ossia il ricorso al Falso Testimone.

Trascorre circa un mese nel totale silenzio da parte del “sindacalista gentiluomo” che, all’ultimo giorno utile, procede con l’apertura del sinistro stravolgendo la dinamica dell’accaduto; sostiene infatti di essere stato tamponato mentre era fermo.

Cosa fare? Non resta che continuare ad essere fiduciosi che la giustizia farò il suo corso, che i periti incaricati comprenderanno dai rilievi sulle vetture entità e modalità dell’urto ecc., che la controparte si ricordi cosa vuole dire correttezza, tutela dei diritti delle persone e legalità che dovrebbero essere la mission del suo ruolo di sindacalista.

Nel frattempo “tutto il sistema” continua a suggerire a mia moglie – più o meno velatamente – di trovare un testimone: “anche se non era presente non fa niente…tanto non controlla nessuno…anche un parente va bene…non essendoci feriti la cosa si chiude lì…lo fanno tutti e male che vada le assicurazioni si mettono d’accordo per il 50% ed amici come prima… almeno non ci perdete soldi”.

Ebbene lo spirito di correttezza e l’educazione dell’insegnante fanno sì che non si scenda a compromessi con la propria moralità, quindi niente testimone…dall’altra parte il “sindacalista gentiluomo” – con pochi scrupoli e con tanto pelo sullo stomaco – tira fuori un testimone che dichiara di trovarsi addirittura a bordo della vettura del sindacalista al momento del sinistro, che è certo dell’accaduto e pronto a controfirmare una dichiarazione. Che dire siamo stati fortunati che non si sia pure inventato dei danni fisici – tipo colpo di frusta – perché tamponato da UNA MACCHINA FERMA.

Morale della favola: l’assicurazione dà torto a mia moglie, i danni devono essere riparati a nostre spese e avremo un aumento – causa malus del sinistro – al rinnovo della polizza.

Non voglio più tediare i lettori, voglio solo allertare chiunque sia vittima di un incidente come è successo a mia moglie di recuperare per quanto possibile un po' di lucidità e fare sì che intervengano le forze dell’ordine o che comunque si proceda con rilevare i nominativi delle persone effettivamente presenti; così si eviteranno così spiacevoli sorprese e mistificazioni della verità.

Concludo con un pensiero al “sindacalista gentiluomo”: signore. – anche se spero che persino tua figlia faticherà a definirti signore se a conoscenza dell’accaduto - hai avuto la fortuna di incontrare una persona educata e corretta, sostenuta da un marito che sicuramente avrebbe reagito in maniera diversa se presente al momento del sinistro, ma hai ritenuto opportuno comportarti in maniera indegna…arrivando a dichiarare il falso per non incorrere nell’aumento della polizza (poche centinaia di euro) supportato da un amico o parente compiacente che ti ha fatto da FALSO TESTIMONE. Magari starai gongolando per l’esito della vicenda e penserai che siamo stati poco furbi noi a darti fiducia ed inviarti anche gli auguri per il matrimonio di tua figlia ( quelli erano gli unici testimoni veri che la tua famiglia doveva preoccuparsi di reperire), ma poiché oltre alla legge civile esiste anche quella morale, prova a guardarti allo specchio e a comprendere quali valori sarai forse in grado di trasmettere un giorno ai tuoi nipoti!

Mi auguro che quanto sopra possa essere utile per qualche lettore e contribuire a scardinare un malcostume sempre più frequente nel sistema assicurazioni/gestione dei sinistri.

 

Grazie


Giuseppe