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24/10/2023 20:00:00

La guerra e la "soluzione finale"...

 Soluzione finale. Termine ebraico dal significato di 'catastrofe', che denota lo sterminio nazista degli ebrei durante il secondo conflitto mondiale. La ragione ideologica dell'odio verso il diverso, che fu identificato nelle popolazioni slave dell'Europa orientale e dei Balcani, neri europei, prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, massoni, religiosi cristiani, minoranze etniche come rom, sinti e jenisch, gruppi religiosi, testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali e persone con disabilità mentali o fisiche, fu principalmente antisemita e il testo di riferimento fu il Mein Kampf di Hitler, che professava d'edificare un mondo 'purificato' da tutto ciò che non fosse 'ariano'.

Prima delle camere a gas, gli abili lavoravano come manovali e anche in aziende belliche. Dopo l'incursione terrestre del 7 ottobre condotto da Hamas in terra israeliana a ridosso della striscia di Gaza, che ha ucciso quasi 1400 anime e più di 200 prese in ostaggio, il premier israeliano Netanyahu ha promesso che "Ogni uomo di Hamas è un uomo morto”. Dopo alcuni giorni ha invitato tutti gli abitanti del versante Nord della striscia, un milione di persone, a recarsi verso il sud, dalle 24h successive sono iniziati i bombardamenti. Ad oggi l'Unicef afferma che sono morti oltre 1600 bambini.

Le immagini hanno riportato creature che scrivono reciprocamente il nome su gambe o braccia per farsi riconoscere se moriranno o resteranno orfani. La mente corre inevitabilmente ai campi istituiti sotto il Terzo Reich: i deportati recavano un numero identificativo cucito sul vestito, all'altezza del petto. Ad Auschwitz si decise persino di tatuare tutti i prigionieri, uomini e donne. L'analogia e la volontà d'annientamento dei terroristi palestinesi si rammenta ossessivamente "deve essere Giustizia non Vendetta", altrimenti si rischia che la soluzione finale di Hamas diventi finanche quella dei palestinesi di Gaza.

Vittorio Alfieri