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02/11/2023 06:00:00

Salemi. L'incubo di Daniele Spagnolo:  assolto in Cassazione da altri tre capi di imputazione

 Quella di oggi e’ l’anteprima di una lunga storia che racconteremo più dettagliatamente quando si potrà scrivere finalmente la parola fine.

Una vicenda da incubo quella vissuta da Daniele Spagnolo, perturbante, kafkiana, infarcita di episodi angosciosi, labirintici, paradossali.

E’ la storia di un giovane carabiniere a cui potremmo dare, senza tema di esagerare, il titolo di “Daniele nella fossa dei leoni”. E non per l’omonimia, che e’ solo un caso, ma perché evoca tantissimo le ingiuste sofferenze patite dal personaggio biblico.

Che, come si ricorderà, dopo essere stato condannato ad essere sbranato dalle belve perché accusato ingiustamente di crimini non commessi, riesce a salvarsi e a vedere i suoi detrattori prendere il suo posto nella fossa dei leoni.

Ovviamente, non stiamo invocando alcuna legge del contrappasso, ma solo che sia resa giustizia ad un uomo che non ha commesso alcun reato.

Questa e’ la storia di un giovane siciliano che, in un radioso giorno d’inizio estate del lontano 2016, decide di lasciare Salemi, il suo paese natio, per raggiungere Roma la Capitale per partecipare ad un concorso per allievi carabinieri.

La sua sarà una sfida. I partecipanti sono 40mila circa, piu’di dieci reggimenti. E a dovere essere selezionati saranno solo 1050. Il nostro Daniele consegue un risultato di tutto rispetto: si piazza al 50° posto per avere risposto positivamente a 99 quesiti su 100.

A novembre dello stesso anno raggiunge la caserma Cernaia di Torino per partecipare al corso di formazione per allievi carabinieri. Non a caso indichiamo il nome della caserma. Lo spiegheremo quando ritorneremo alla conclusione della nostra storia.

Qui, Daniele, per temperamento e capacità organizzative, si fa subito notare dai superiori, i quali non esitano a nominarlo capo plotone.

E diversamente non avrebbe potuto accadere, in quanto non era solo un giovane in cerca di una occupazione stabile, ma anche e soprattutto una persona che credeva nella giustizia, con tanta voglia di mettersi al servizio del Paese e, soprattutto, con il convincimento di poterlo fare indossando gli alamari dell’Arma.

Il primo traguardo lo raggiunge alla conclusione del corso classificandosi 14° su 230 allievi.

Nell’autunno del novembre 2017 viene inviato in Emilia Romagna per essere assegnato alla Stazione carabinieri Piacenza principale.

Da questo momento il sogno di Daniele sembra davvero avviato a buon fine. Per passare in servizio permanente dovrà solo aspettare il novembre del 2020, quando scatteranno i quattro anni previsti.

Ma non sa ancora il giovane carabiniere, come le tragedie greche ci hanno insegnato, che spesso l’essere umano e’ chiamato a lottare e a misurarsi con un destino che ci e’ ignoto.

Che nel suo caso serpeggiava tra le mura e le stanze della Stazione Carabinieri di Piacenza Levante.

Destino che gli si materializza nell'ottobre del 2018 sotto le vesti di un appuntato.

Che, appena lo conosce in un corridoio oscuro gli sentenzia con un forte accento napoletano in modo irrituale: "guagliò, da domani tu vieni a lavorare con noi alla Levante".

Il graduato e’un tale Mantella. Un nome da tenere a mente. Ne riparleremo.

Per adesso diciamo solo che “l’oracolo” dell’appuntato campano si avvera.

Il giorno dopo il carabiniere Daniele Spagnolo, pur rimanendo in forza alla Caserma Piacenza Principale, con una insolita procedura, viene messo “temporaneamente” a disposizione della Caserma Levante, con sede sempre a Piacenza.

E’ il novembre del 2018.

Seguono intensi mesi di servizio sul campo. Le investigazioni vertono soprattutto nella lotta allo spaccio della droga. Appostamenti che spesso si prolungano dalle otto di mattina fino alle venti di sera senza sosta. Risultati eccellenti. Dodici arresti eseguiti nell’arco ristretto di quaranta giorni.

Ma il destino era in agguato. Questa volta si ripresentò con lo squillo del cellulare alle sei di una calda mattina del 22 luglio del 2020.

Un maresciallo della Guardia di Finanza, con toni gentili ma burocraticamente impersonali dice: “Spagnolo, siamo venuti per notificarle un'ordinanza". Sottinteso, di arresto.

Un colpo al cuore avrebbe fatto meno male.

Lo portano nella caserma delle Fiamme Gialle e da qui tradotto al carcere di Piacenza dove viene posto in isolamento assieme ad altri carabinieri, tra cui il famigerato Montella, occupando un’intera ala dell’edificio.

Ci resterà 25 giorni, fino a quando gli notificheranno gli arresti domiciliari in casa dei genitori a Salemi. Fisicamente ha perso 13 chili di peso, ha subito un’alterazione dei valori pressori per non parlare del trauma psicologico.

L’ elenco delle accuse e’ infinito e di natura diversa, tra cui la piu’ infamante quella della tortura.

Ma cosa successo? Clamoroso!

La mattina del 22 luglio del 2020 tutta la stampa nazionale parla di una inchiesta clamorosa che ha portato al sequestro (mai successo prima) della caserma dei carabinieri di via Caccialupo a Piacenza.

Dieci militari colpiti da provvedimenti di custodia cautelare tra cui cinque finiti in carcere (tutti della caserma Levante).

Tra questi il giovane salemitano Daniele Spagnolo.

L’operazione, chiamata Odysseus, coordinata dalla procura di Piacenza e condotta da Guardia di finanza e Polizia locale si era svolta negli ultimi sei mesi, e gli episodi più gravi erano avvenuti nel lockdown mentre gli illeciti sarebbero iniziati nel 2017.

Chiediamo all’avvocato del foro di Crotone Aldo Truncè, difensore di Spagnolo, cosa sia successo di preciso: “Daniele Spagnolo è stato chiamato a difendersi, nel primo grado di giudizio, da trenta capi d'imputazione: lesioni, percosse, violenza privata, spaccio di droga, induzione alla cessione di stupefacenti, numerose ipotesi di falso, omissione d'atti d'ufficio e il più disdicevole dei delitti per un esponente della polizia giudiziaria: la tortura.

Avvocato, come si e’ concluso il primo grado di giudizio?

Già all'esito del processo di primo grado abbiamo avuto un ottimo risultato, con assoluzioni per quasi la metà delle imputazioni, a dimostrazione di quanto azzardato fosse il teorema accusatorio postulato dalla pubblica accusa nei confronti del mio assistito.”

E in appello?

All'esito del processo di secondo grado sono rimaste in piedi solo le accuse di induzione alla cessione, violenza privata ed alcune ipotesi di falso, e ciò grazie ad un lavoro certosino di contestazione di ogni singola incolpazione.”

Come si è espressa la Cassazione?

Sono estremamente soddisfatto per questo terzo grado di giudizio. Su ciò che residuava abbiamo poi effettuato una lavoro di chirurgia del diritto, portando le nostre tesi su un'erronea applicazione della legge penale in riferimento ai reati ancora tenuti in piedi dalla Corte d'Appello, e la Suprema ci ha dato pienamente ragione, con un annullamento pressoché globale della sentenza di secondo grado.”

E quindi?

L'ex carabiniere Daniele Spagnolo, però, nel frattempo ha dovuto spogliarsi dalla divisa, ha subito un lungo periodo di arresti domiciliari per reati dai quali è stato poi assolto con formula piena, e, soprattutto ha dovuto il suo sogno di prestare servizio nella Benemerita. A distanza di tre anni dai fatti, forti di questo brillante risultato, possiamo affermare che tanto dolore e tanta sofferenza poteva essere evitata, ma la constatazione anziché sollevarci, lascia tanta amarezza.”

E’ vero, tanta amarezza.

Da parte nostra, convinti come siamo che la società o una istituzione militare debbano essere governate in base a delle regole, ma a patto che esse non si ritorcano contro l’individuo, non rimane che auspicare che ciò non accada per Daniele Spagnolo, un giovane carabiniere che sta pagando ingiustamente per colpe mai commesse.

Franco Ciro Lo Re