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08/11/2023 06:00:00

Un anno dopo, la classifica dei deputati regionali trapanesi (aspettando la manovra all'Ars ...)

 E’ trascorso un anno dall’insediamento dell’Assemblea Regionale Siciliana, in questo momento è in discussione il collegato che è passato da 8 a 25 articoli. Sono venti gli emendamenti del governo guidato da Renato Schifani, enti-chiave, tra questi ci sono 70 milioni destinati alla riduzione del disavanzo, 98 milioni di euro dovranno ritornare a Roma, sono i fondi Covid andati alla Sicilia il cui ricalcolo prevede il rientro di quella cifra, 70 milioni serviranno per riacquistare gli immobili che la Region, nel 2007, aveva venduto. E poi ancora ci sono i 59 milioni di euro per il Fondo pensioni della Regione Siciliana, 12 milioni andranno all’Irfis, 6 milioni andranno alle cantine sociali e 1,5 milioni al Furs.

Ad un anno dall’insediamento i cinque deputati del territorio trapanese si sono mossi discretamente bene, ognuno per la propria parte.
Gli eletti nel 2023 sono stati: Stefano Pellegrino per FI, Mimmo Turano per la Lega, Nicola Catania per FdI, Cristina Ciminnisi per il M5S, Dario Safina per il PD.
Tre deputati sono di maggioranza, due di opposizione, Turano è anche assessore regionale alla Istruzione e Formazione.

Volendone fare una classifica in base all’operato è Turano ad essere quinto, il suo ruolo istituzionale lo fa apparire distante, era più diretto e incisivo con la delega del vecchio governo regionale alle Attività Produttive.
Il suo impegno con Didacta Sicilia è stato un bell’esperimento, riuscito bene.
Adesso però toccherà passare dalla fase della teoria a quella della pratica, dalla riflessione all’azione. I numeri inchiodano la Sicilia ad una triste realtà: la dispersione scolastica è pari al 4,14%, rendere il diritto allo studio accessibile a tutti sarebbe importante e non solo uno spot.

Al quarto posto c’è Nicola Catania, l’onorevole ex sindaco di Partanna, di strada ne ha fatta. Il suo garbo istituzionale è noto, non sappiamo se è uno sportivo ma di certo è bravo a fare lo slalom e ad intestarsi battaglie che poi gli vengono riconosciute.
In questa penuria di classe dirigente trapanese del partito di Giorgia Meloni c’è Catania che fa la differenza, capendo anche che la politica fa rima con presenza, difatti ha aperto segreterie politiche un pò ovunque in provincia.

Terzo podio per Cristina Ciminnisi, al contrario di chi pensava fosse una alle prime armi della politica la pentastellata ha un carattere tosto, le sue ragioni non sono barattabili. Si è molto battuta per i ristori degli alluvioni. Dietro quel sorriso c’è una tempra forte.

Secondo posto per l’azzurro Stefano Pellegrino, la parola legislatore non può che appartenergli. Conosce pure i cavilli più difficili da decifrare, parla fluidamente ad elettori di centrodestra e pure a quelli di centrosinistra, che gli riconosco eleganza e garbo. Mai una parola fuori posto, mai sopra le righe.
Ha portato avanti in commissione Sanità il ddl Psicologo di base, ha saputo ascoltare i cittadini, interpretare i bisogni di molti e calarsi in uno spaccato di non facile interpretazione. Ha solo un difetto, suo figlio Enrico: iperattivo e appassionato di castagne.

Al primo posto il dem Dario Safina, alla sua prima legislatura ha dato prova di concretezza di idee e di fari puntati soprattutto sulla radioterapia di Trapani.
E’ all’opposizione ma ha sposato alcune battaglie che sono trasversali, dal costo dei biglietti aerei alla rete ospedaliera fino alla tutela dell’agricoltura, di cui quasi nessuno parla più.