Gentile direttore di Tp24,
Quanti pareri, quanti giudizi, quante critiche, quante ricette, quanta poca considerazione, quanto poca coerenza, quanta poca onestà intellettuale che gli pseudo politologi esprimono attraverso i social, i network, i giornali locali verso un partito politico che si chiama Partito Democratico, sì, perché tutti sanno tutto e tutti hanno in tasca la conoscenza di tutto, la soluzione pronta per tutto!
Eppure noi lettori ascoltiamo, leggiamo e ogni tanto, guarda caso, ricordiamo.
Ed è proprio grazie alle pagine delle diverse testate giornalistiche che gli stimoli arrivano alla memoria: le interviste a persone che sembrano non essere state né personaggi né interpreti e testimoni diretti della vita politica di una città che si chiama Marsala.
Mi riferisco all’ultima intervista, di circa una settimana fa, rilasciata dall’ex sindaco (2015 -2020) Alberto Di Girolamo, nonchè ex segretario del Partito Democratico di Marsala (dal 2014 al 2016) che,a proposito del nuovo PD, afferma di non dare troppo credito. Ma quando per l’ennesima volta l’ex sindaco, nonché ex segretario, intende spiegare ai lettori la storia della spaccatura all’interno del partito in due gruppi ? Egli indica come fare per ricucirla , suggerendo congressi straordinari o ordinari credibili e al tempo stesso muove severe critiche dicendo che tre anni fa, alle ultime amministrative a Marsala, in cui egli stesso era candidato Sindaco, i partiti del campo largo non sono riusciti a eleggere alcun consigliere comunale che fosse in grado di fare opposizione all’amministrazione attuale; allora mi sorge il dubbio se l’ex sindaco Di Girolamo si renda conto o meno che era, non soltanto parte fondamentale in causa, bensì fortemente coinvolto in ciò che sostiene ora per allora quindi quello che sostiene nell’intervista è travisato?
A questo punto mi sono tornati alla memoria tanti fatti e avvenimenti politici avvenuti in quel periodo travagliato per porgli la seguente domanda: di quali partiti del campo largo Alberto Di Girolamo sta parlando quando fa riferimento a tre anni fa? alla coalizione delle liste, compreso il Partito Democratico, che ha sostenuto con convinzione la sua candidatura a Sindaco di Marsala?
Se si riferisce a ciò, a questo punto c’è da che preoccuparsi sul fatto che egli non si renda conto che era parte in causa di quell’amara vicenda politica che si è chiusa con una sconfitta così eclatante che dovrebbe indurre tutti i protagonisti, compreso lui e gli elettori, a tirar fuori ognuno la propria responsabilità anziché nascondersi dietro sé stessi o a ricorrere ad artificiosi paraventi.
Il Partito Democratico, messo all’indice dall’ex sindaco, se la memoria non mi inganna, si è sempre rivelato spaccato e non soltanto in due gruppi, ma in più gruppi e fazioni. Se mettiamo in fila gli ultimi trascorsi politici di questo partito marsalese, con i loro segretari, è evidente che le fratture non sono state mai ricucite rispetto alle quali pochi o nessuno fra i responsabili si sono adoperati e fatto niente di concreto perché il partito fosse effettivamente unito. Sa benissimo l’ex segretario, eletto sindaco nel 2015, che pur mantenendo la guida del partito per qualche anno ancora, non fosse riuscito a unificare il partito tanto che alle primarie per la candidatura a sindaco nel 2015 si era ancora frazionato in tre parti e quanto anche non avesse fatto egli stesso, vincitore delle primarie, per portarlo all’unità. A tale riguardo ho ancora vivo il ricordo della lacerante defezione di tanti iscritti e simpatizzanti che, sostenendo altri candidati alle primarie, avrebbero gradito un’apertura del Di Girolamo per partire uniti alle elezioni del candidato Sindaco.
Eppure l’ex sindaco ed ex segretario del Pd non perde occasione per esprimere parole di sprezzo nei confronti del Partito Democratico marsalese, come se gli sbagli e gli errori del passato non avessero lasciato solchi e contrasti pesanti a causa anche del suo comportamento che ha prodotto strascichi e rinfocolato ulteriori scontri che si sono fatti sentire durante la campagna elettorale del 2020 quando, con la sua candidatura, il Pd e il centro sinistra persero la competizione contro Grillo e la destra.
Ma non finisce qui, egli parla di congressi e chiarimenti necessari, eppure la storia del partito marsalese degli ultimi dieci anni, segna un altro passo sbagliato, un altro errore madornale compiuto improvvidamente e di cui,m anche questa volta, un ruolo importante fu svolto dall’ex sindaco, allora segretario del Partito Democratico.
Egli si dimette da segretario nel 2016 e, successivamente, in novembre, senza convocare alcun congresso, senza cioè coinvolgere democraticamente gli iscritti, giunge a una sorta d‘accordo fra i soliti noti del provinciale e del regionale per decidere il successore segretario del circolo marsalese, accordo mascherato come congresso straordinario, per arrivare alla nomina ,per acclamazione, dell’ Onorevole Antonella Milazzo come segretaria, presentando così un’unica mozione e un’unica candidata.(formula molto democratica)creando malcontento nella classe dirigente del partito che avrebbe voluto esercitare la democrazia e il dibattito.
Si verificano altre inevitabili divisioni perché la democrazia interna al partito è stata messa da parte, le decisioni arrivarono dall’alto, complice il segretario in carica e non solo ,le garanzie avanzate dall’ex segretario Di Girolamo di mantenere la stessa compagine del direttivo, svanirono senza nessuna spiegazione da parte sua, forse perché ha pensato che non era tenuto a fornirle!
Eppure il Partito Democratico così dilaniato, durerà ben poco, la nuova segretaria Antonella Milazzo si dimette il 22 Marzo 2018 e per il PD di Marsala inizia il periodo più oscurantista di quanto lo fosse già prima. Passano gli anni, tutti noi, popolo di sinistra democratica, eravamo tra color che son sospesi cioè con un Partito non solo frazionato, ma liquefatto!
Dove erano i salvatori che oggi criticano il Pd gratuitamente senza fare alcuna autocritica e con la pretesa di dare consigli e di indicare quali atteggiamenti tenere! Se ci fosse stato un impegno vero, coerente e sincero per la politica a favore della propria comunità, perché allora non rimboccarsi le maniche, darsi da fare, dando il proprio contributo in modo da motivare gli elettori, anziché sputare sentenze nei confronti di chi vuole, con difficoltà e sacrifici, risalire la china per affrontare un momento delicato e complesso come quello che sta attraversando il Paese, la nostra Regione e il nostro Comune, che sono purtroppo guidati dalla peggiore destra?
Fatto sta che il tempo passa e si avvicinano le nuove elezioni amministrative. Si apre per il Partito Democratico il periodo delle acclamazioni! Altro che congressi democratici! Il periodo delle spartizioni dei ruoli inizia e così si giunge alla segreteria provinciale e anche alla segreteria comunale, uniche candidature, uniche mozioni, disinformazione totale da parte dei tesserati, solo gli amici,nella primavera del 2020 si acclama segretaria del PD marsalese Rosalba Mezzapelle a guida di un Partito non spaccato ma ridotto a brandelli, dilaniato perché il solco delle crepe si approfondisce sempre di più e alla vigilia della presentazione della lista dei candidati consiglieri comunali, l’elemento della divisione resta insanabile all’interno del partito e sarà proprio la candidatura del sindaco uscente Di Girolamo, l’elemento divisivo e carico di contrasti ad accendersi tra i suoi stessi sostenitori e sottoscrittori di un rifiuto netto della sua candidatura. Siamo alle elezioni amministrative del 4 e 5 Ottobre del 2020.
Le elezioni si sono perse, non c’è stato nessun confronto e nessun chiarimento per far ripartire un Partito prostrato e in ginocchio. Sono spariti tutti, peggio del fatidico 8 settembre 1943 del secondo conflitto mondiale.
Il partito rimane muto per molto tempo, non si trova nessuno interlocutore, la segretaria scomparsa fisicamente ma attiva a scrivere, assieme , al provinciale, un pagina a dir poco umiliante e vergognosa, la pagina dei ricorsi contro alcuni esponenti del PD. Dopo un anno di turbolenze e silenzi la segretaria Mezzapelle si dimette il 5 Ottobre 2021
Scomparsi i colonnelli, i generali, i sapientoni, soltanto i soldati hanno saputo dimostrare che quello della sconfitta non è il modo eticamente migliore per disertare. E così fecero, loro sono rimasti anche perché, grazie alle esperienze delle vecchie militanze, avevano a cuore le sorti della comunità politica del Partito e della città di Marsala di cui sono parte.
Se l’ex sindaco non crede nel nuovo PD , tutti noi che crediamo ancora nella presenza di una forza di sinistra presente nel nostro territorio marsalese, regionale e nazionale, ce ne faremo una ragione. Dopo l’ennesima intervista, dove l’ispirazione più appagante è diventata per lui la critica distruttiva del PD marsalese, ci auguriamo che con questa lettera egli si ricordi che non può in nessun modo considerarsi estraneo ai fatti politici che hanno condotto il PD nella situazione critica in cui si è trovato e che con il nuovo corso della segreteria Elly Schlein intendiamo, anche qui a Marsala, contribuire a superare. Piaccia o non piaccia.
Desideravo così ricordare ai miei compagni e alle mie compagne che la memoria dei fatti,nel bene e nel male, ci onora perché abbiamo dato il nostro tempo e siamo stati pronti per essere attivi e presenti, ma desidero sottolineare che l’ammissione degli errori commessi ci rende uomini e donne responsabili, seri e veri che guardano avanti e non si arrendono. Noi abbiamo una grande responsabilità e un enorme dovere offrire ai giovani, con il nostro operato, con la vita vissuta esempi credibili di onestà intellettuale . Se alcuni si avvicinano timidamente alla politica è una grande cosa ,anche a Marsala il vento sta cambiando, alcuni giovani si sono costituti in circolo e la mia gratitudine è enorme per il loro indispensabile apporto di rinnovamento della vita democratica nel segno dell’uguaglianza, del riconoscimento e della parità dei diritti e delle libertà di tutti per la difesa dei quali vogliamo contare ancora di più e meglio come Pd, a Marsala e nel Paese.
E’ cosi che concludo il mio dire, con un seme positivo di speranza di cambiamento e di unione, lavorando e ragionando sul da farsi insieme quindi non più critiche gratuite lanciate da dietro le barricate bensì autocritica e lavoro costruttivo di cui c’è tanto bisogno.
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