Sulla mostra di Tolkien: la letteratura è patrimonio universale e la fantasia non è un reato
di Katia Regina
Come la geometria anche la fantasia non è un reato e non c'è niente di pruriginoso nell'appropriarsi di un mito che trasmette valori immortali. Il fantasy non intreccia corpi, libera le menti trasportandole in mondi immaginari. E finiamola con questa necessità di verità. La verità non esiste! Esistono semmai le verità, anche se non si è relativisti incalliti.
Impossessarsi della storia del Signore degli anelli per dimostrare di avere radici culturali, seppur fantasiose, è dunque una verità possibile, giacché le verità sono di diversa natura: metafisica, scientifica, morale, estetica, ermeneutica... non mancano poi i filosofi che individuano nell'utilità la scelta di una verità possibile, nonostante questo criterio sia ritenuto il più debole.
Per sua natura poi, un'opera letteraria del genere fantasy non deve prendere posizione sugli eventi storici, pertanto si presta alle interpretazioni più disparate. Questa articolata premessa mi aiuta a introdurre un approccio pedagogico che potrebbe servire a comprendere ulteriormente il nostro caso attraverso un esempio facile facile:
la maestra assegna il compito ai bambini di quarta elementare chiedendo loro di parlare del lavoro del loro papà. In quella classe c'è un giovane scolaro che ha il papà in galera, il bambino inventa una narrazione fantasiosa sul suo papà, si vergogna della verità e del giudizio dei suoi compagni. La maestra intuisce l'inganno e sorvola sulla menzogna, per fortuna non era la maestra che ha ispirato la canzone di Francesco Tricarico.
La verità, in questo caso, non è più importante delle considerazioni sulle implicazioni etiche.
Lasciamoli fantasticare! Anche se non sono più bambini, anzi governano il nostro Paese, concediamo loro questa divagazione dettata dalla disperazione ideologica di chi non può identificarsi nel ruolo dei buoni nella storia, quella vera. E poi più stanno dentro la mostra meno danni fanno in parlamento.
Sarebbe bello poter sentire che ne pensa l'autore: il povero Tolkien, dichiaratamente reazionario, se non anarchico, è stato tirato dalla giacchetta un po' da tutti, oggi sarebbe un fervente ambientalista, una cosa però è certa, non apprezzava nessun tipo di totalitarismo e questo scriveva:
Quel dannato piccolo ignorante di Adolf Hitler... ha rovinato, pervertito, abusato e reso sempre maledetto quel nobile spirito nordico, supremo contributo all'Europa, che io ho sempre amato e provato a presentare nella sua vera luce.
Un appello invece vorrei farlo a quegli intellettuali di sinistra che sghignazzano per la mistificazione del pensiero tolkieniano, certo, alcune forzature sono davvero divertenti, ma dopo, visto che i riferimenti culturali a sinistra non mancano, fossi in loro, mi concentrerei più sullo sforzo di esserne all'altezza.
Consigli per la lettura:
Difendere la Terra di Mezzo,Wo Ming4 edizioni Bompiani
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