La rete di Messina Denaro: arrestata Martina Gentile
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13,20 - E' stata arrestata a Pantelleria, Martina Gentile, figlia di Laura Bonafede amante di Matteo Messina Denaro.
Gentile, 31 anni, è di Campobello di Mazara, ma si trovava a Pantelleria per una supplenza.
E' stata arrestata perché ritenuta una degli elementi principali della rete di protezione alla quale avrebbe fatto affidamento Matteo Messina Denaro per coprire la sua latitanza.
Per lei sono stati disposti gli arresti domiciliari perchè madre di una bambina piccola da accudire.
E proprio con la bambina nel passeggino avrebbe incontrato una volta a settimana, per le vie di Campobello, Matteo Messina Denaro dal quale riceveva i pizzini che doveva smistare alla madre Laura Bonafede e Lorena Lanceri, la vivandiera del boss. L'arresto arriva dopo mesi di indagini e di perquisizioni nei covi del boss.
13,00 - A indurre il magistrato a disporre l’arresto per favoreggiamento aggravato di Martina Gentile, figlia della maestra di Campobello Laura Bonafede, ritenuta una delle donne più vicine al boss Matteo Messina Denaro, sono stati i nuovi elementi investigativi emersi a suo carico (nei mesi scorsi il giudice aveva respinto la richiesta di misura per la Gentile per mancanza di indizi).
I cellulari sequestrati all’indagata, a sua madre e a Lorena Lanceri, altra favoreggiatrice di Messina Denaro e la documentazione sequestrata all’ex latitante, molta scritta con linguaggio cifrato, hanno dipinto un quadro più completo del ruolo avuto dalla donna nell’assistenza del capomafia allora ricercato. Nel covo di Messina Denaro sono state inoltre scoperte le impronte digitali di Gentile.
In un calendario, ritrovato nel suo ultimo nascondiglio, Messina Denaro inoltre appuntava in alcuni giorni un puntino o la parola Tan: gli inquirenti hanno scoperto che si trattava di una abbreviazione di Tania, lo pseudonimo usato per indicare Martina Gentile. In un caso il boss aveva scritto anche la frase «invio Tany».
Nelle date segnate dal capomafia, attraverso Gentile avveniva dunque lo scambio di «posta» per e da il latitante. E puntualmente il giorno successivo Laura Bonafede comunicava al capomafia di aver ricevuto le sue lettere: «ieri sai quando ho potuto leggere la tua? Alle 22», si legge in uno dei biglietti sequestrati nel corso dell’indagine. E’ la prova che Gentile aveva consegnato il messaggio del padrino alla madre.
Lo scambio dei pizzini di Messina Denaro tra e Lorena Lanceri una delle donne del boss, finita in manette nei mesi scorsi, sarebbe avvenuto nello studio di architettura dell’ex assessore all’urbanistica di Campobello di Mazara, Stefano Tramonte, in cui le due donne lavoravano. È uno dei particolari emersi nell’inchiesta del Ros che ha portato all’arresto della Gentile. L’architetto, che si è dimesso nei mesi scorsi, è indagato.
IL PROFONDO LEGAME. «Chiedo ogni volta al Tramite cosa ha mangiato la sera prima mi fa sentire in qualche modo più vicina a te. È l’unica persona con cui parlo più liberamente, con cui sono più me stessa», così scriveva a Matteo Messina Denaro Martina Gentile, arrestata oggi per favoreggiamento della latitanza del capomafia. Il pizzino ritrovato dopo l’arresto del padrino è uno degli elementi che dimostrano il legame che c’era tra l’indagata e Messina Denaro. Dietro allo pseudonimo di Tramite, hanno scoperto i carabinieri, era Lorena Lanceri che ha ospitato il capomafia latitante e ha condiviso con lui molto tempo nella sua abitazione. Sia Lanceri che Gentile lavoravano in uno studio di architettura di Campobello di Mazara e avevano modo di vedersi per scambiarsi notizie e pizzini del latitante. Per il gip Martina Gentile ha avuto uno specifico ruolo nella fondamentale sequenza dello «scambio posta» di Messina Denaro, «quel riservato, sofisticato ed efficacissimo sistema di raccolta e smistamento dei pizzini che il latitante ha sfruttato per comunicare anche con Laura Bonafede, uno dei perni nella gestione della clandestinità, di importanza vitale anche per mantenere i contatti con altri associati mafiosi e, in definitiva, per consentire al latitante di esercitare il suo ruolo di vertice dell’associazione mafiosa trapanese».
NON SOLO POSTINA. Postina, ma non solo. Il ruolo di Martina Gentile nella latitanza di Matteo Messina Denaro, potrebbe essere molto più complesso. Lo sospettano gli inquirenti che ne hanno chiesto e ottenuto l’arresto. «Martina Gentile - scrivono i magistrati - può vantare un tale patrimonio di conoscenze sui meccanismi di controspionaggio adottati dal latitante e sulla sua rete di coperture, tanto da porla strategicamente al centro, accanto alla madre, del suo sistema di assistenza e protezione del latitante e, in tal modo, in grado di condizionarlo, inquinarlo o comunque renderlo ancora oscuro nelle molte parti ancora non svelate». Per i pm la giovane donna era un anello indispensabile delle «reti di protezione sapientemente costruite dal latitante». «Il livello di fiducia riposto da Messina Denaro nella giovane donna, depositaria infatti di notizie riservate sulla latitanza, l’altissima considerazione sulle sue qualità, l’orgoglio per le convinzioni mafiose che la donna aveva anche pubblicamente manifestato, sono tutti indici che consentono di ritenere certa la conoscenza da parte della Gentile di ulteriori luoghi, persone, dinamiche attinenti alla sfera più intima e complice della latitanza di Messina Denaro», concludono. Le indagini su Martina Gentile potrebbero far scoprire altri canali di scambio di pizzini, probabilmente attivi a Palermo, città frequentata dal latitante durante le cure alla clinica La Maddalena e in cui la ragazza si recava spesso.
LA COLLANINA. Matteo Messina Denaro regalò una collanina di Bulgari di oltre 2.000 euro alla figlia di tre anni di Martina Gentile, arrestata oggi per favoreggiamento del boss. Nel linguaggio cifrato usato dal capomafia e dalla Gentile la piccola destinataria del dono veniva indicata come «Cromatuccia». La donna, dopo aver ricevuto il gioiello, mandò alla madre, Laura Bonafede, storica amante di Messina Denaro, una foto della collanina. La prova dell’acquisito verrà poi trovata nel materiale sequestrato alla sorella di Messina Denaro, Rosalia, che aveva appuntato la spesa come «regalo per cromatuccia».
09,30 - Lo avrebbe incontrato ogni settimana. Martina Gentile, nata il 6 febbraio del 1992, figlia di Laura Bonafede e dell'ergastolano Salvatore Gentile, è stata arrestata dai carabinieri del Ros a Campobello di Mazara perché ritenuta una degli elementi principali della rete di protezione alla quale avrebbe fatto affidamento Matteo Messina Denaro per coprire la sua latitanza. Con la Gentile erano regolari gli incontri e tanti i “pizzini” che il boss le avrebbe lasciato. E che lei avrebbe consegnato mentre portava la figlioletta di due anni nel passeggino.
La procura di Palermo le contesta i reati di favoreggiamento e di procurata inosservanza della pena, con l’aggravante di aver favorito l’organizzazione mafiosa. La Gentile resterà agli arresti domiciliari, perché madre di una bambina.
Dai pizzini e da alcune intercettazioni risulterebbe che proprio la bambina nel passeggino sarebbe stata usata per allontanare i sospetti. Soprattutto quando la Gentile avrebbe dovuto consegnare i pizzini. Martina Gentile avrebbe fatto da tramite fra la madre e il latitante, consegnando i biglietti a un’altra donna, Lorena Lanceri, la vivandiera del boss arrestata a marzo assieme al marito. Gli scambi sarebbero avvenuti in uno studio di architettura di Campobello di Mazara dove lavoravano sia Martina Gentile che Lorena Lanceri. Questa mattina è stato perquisito lo studio, che è di un ex assessore all’Urbanistica del Comune di Campobello.
"Chiedo ogni volta al Tramite cosa ha mangiato la sera prima mi fa sentire in qualche modo più vicina a te. È l'unica persona con cui parlo più liberamente, con cui sono più me stessa", così scriveva a Messina Denaro la Gentile. Il pizzino ritrovato dopo l'arresto del padrino è uno degli elementi che dimostrano il legame che c'era tra l'indagata e Messina Denaro.
Dietro allo pseudonimo di Tramite, hanno scoperto i carabinieri, era Lorena Lanceri che ha ospitato il capomafia latitante e ha condiviso con lui molto tempo nella sua abitazione.
Per il gip Martina Gentile ha avuto uno specifico ruolo nella fondamentale sequenza dello "scambio posta" di Messina Denaro, "quel riservato, sofisticato ed efficacissimo sistema di raccolta e smistamento dei pizzini che il latitante ha sfruttato per comunicare anche con Laura Bonafede, uno dei perni nella gestione della clandestinità, di importanza vitale anche per mantenere i contatti con altri associati mafiosi e, in definitiva, per consentire al latitante di esercitare il suo ruolo di vertice dell'associazione mafiosa trapanese".
A indurre il gip a disporre l'arresto per favoreggiamento aggravato di Martina Gentile sono stati i nuovi elementi investigativi emersi a suo carico. I cellulari sequestrati all'indagata, a sua madre e a Lorena Lanceri, la documentazione sequestrata all'ex latitante, molta scritta con linguaggio cifrato, hanno dipinto un quadro più completo del ruolo avuto dalla donna nell'assistenza del capomafia allora ricercato.
Nel covo di Messina Denaro sono state inoltre scoperte le impronte digitali di Gentile. In un calendario, ritrovato nel suo ultimo nascondiglio, Messina Denaro inoltre appuntava in alcuni giorni un puntino o la parola Tan: gli inquirenti hanno scoperto che si trattava di una abbreviazione di Tania, lo pseudonimo usato per indicare Martina Gentile. In un caso il boss aveva scritto anche la frase "invio Tany".
Nelle date segnate dal capomafia, attraverso Gentile avveniva dunque lo scambio di "posta" per e da il latitante. E puntualmente il giorno successivo Laura Bonafede comunicava al capomafia di aver ricevuto le sue lettere: "ieri sai quando ho potuto leggere la tua? Alle 22", si legge in uno dei biglietti sequestrati nel corso dell'indagine. È la prova che Gentile aveva consegnato il messaggio del padrino alla madre.
Le tracce dei rapporti tra Laura Bonafede e la figlia Martina e il boss Matteo Messina Denaro si trovano anche anche in una serie di appunti nei quali il boss appuntava le spese fatte.
Nei mesi di giugno e agosto del 2022, il capomafia aveva annotato le spese sostenute, rispettivamente, per “LAU REGA” (a giugno) e “REGALO PULC” (ad agosto). Per i pm si tratta di soldi destinati ad acquistare regali per Laura Bonafede, nata appunto a giugno del 1967, e per la nipotina, figlia di Martina, (soprannominata anche Pulce), nata ad agosto 2021.
Prova del legame tra il padrino e la Bonafede sono anche un biglietto scritto dalla donna per il cinquantesimo compleanno di Messina Denaro, in cui la maestra diceva di ritenersi “fortunata a far parte della tua vita”.
Documento utile per datare e descrivere il rapporto tra Laura Bonafede e Matteo Messina Denaro inoltre, è un vero e proprio diario che il boss avrebbe poi voluto dare alla figlia naturale Lorenza Alagna. Il quaderno da usare come diario era stato regalato nel gennaio 2013 al boss proprio da Laura Bonafede e da Martina Gentile che il 20 gennaio 2013 scrivevano "per te e i tuoi pensieri da me e Tan. (il nome in codice dato a Martina ndr).
Messina Denaro, nel libricino appuntava: “Questo libricino mi è stato regalato (con dedica) da due miei affetti, che stimo, che hanno fatto parte della mia vita. Hanno scelto Vincent, per voi Van Gogh, perché sanno che è il mio pittore preferito, l’unico a dire il vero. Le ringrazio entrambe”.
Anche Martina come detto aveva con l’ex primula rossa “rapporti consolidati sia di persona che attraverso scambi epistolari”. “Carissimo adorato – ha scritto la giovane in una lettera al boss – . Che immensa gioia poterti abbracciare, è stato bellissimo, mi sono sentita protetta, importante, felice non so spiegarti, ma poi è stato ancora più bello perché inaspettato. Non sapevo cosa fare, cosa dirti prima ti avrei voluto dire di darmi un passaggio e ti fermavi a mangiare a casa… utopia! Incredibile come ci hanno tolto tutto”.
Nella lettera, trovata dai carabinieri, la ragazza faceva un esplicito riferimento al luogo in cui aveva incontrato il boss per caso, verosimilmente un tabacchi: “Quando hai tentato la fortuna pensando di diventare ricco, ti ho visto”. Poi descriveva minuziosamente al capomafia tutto ciò che aveva notato ("ho visto tutta la scena") durante l’ingresso e subito dopo il suo allontanamento dal negozio, fornendo informazioni utili a valutare possibili pericoli per il latitante.
E in una lettera inviata alla sorella, Messina Denaro scrive di Martina: “Ho cresciuto una figlia che non è mia figlia biologica, ma per me è mia figlia, e mi ha dato l’amore di una figlia”.
Intanto inchiesta chiusa sulla madre di Martina Gentile, Laura Bonafede. Secondo la Procura di Palermo è stata molto più di una favoreggiatrice del boss Matteo Messina Denaro al quale era legata sentimentalmente. Sarebbe affiliata a Cosa Nostra. Da qui la nuova contestazione che si aggiunge al favoreggiamento aggravato e alla procurata inosservanza di pena.
Presto ci sarà la richiesta di rinvio a giudizio. Intanto ha chiesto di parlare l'autista-factotum del boss Giovanni Luppino. Sarà sentito nel corso dell'udienza preliminare fissata per il 13 dicembre. È accusato di essere stato un mafioso agli ordini di Messina Denaro col quale venne arrestato la mattina del 16 gennaio scorso.
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