False assunzioni ad Alcamo/1. Così funzionava il racket dei permessi di soggiorno
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Sfruttavano lo stato di bisogno degli immigrati. Si facevano pagare migliaia di euro per assunzioni false per fare ottenere il permesso di soggiorno.
E’ un’organizzazione ben radicata sul territorio quella scoperta dai carabinieri. In mezzo ci sono ricatti, richieste esorbitanti di denaro, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L'indagine, coordinata dalla Procura di Trapani, è partita dalla denuncia di un cittadino straniero che aveva pagato una somma di denaro per ottenere un permesso di soggiorno poi rivelatosi falso. Nei guai sono finiti i responsabili di un patronato, un extracomunitario che procacciava i clienti, e poi c’è anche una vecchia conoscenza della Procura che in passato ha avuto a che fare con un giro di prostituzione.
In questo approfondimento a puntate, su Tp24, cerchiamo di ricostruire il giro illecito, e come questo gruppo (ma in giro ce ne potrebbero essere altri) faceva carte false per far ottenere permessi di soggiorno e lucrava sui bisogni degli immigrati.
GLI INDAGATI
Gli indagati, secondo l'accusa, avrebbero fatto pagare fino a 4.000 euro a 14 immigrati clandestini per presentare false domande di regolarizzazione del rapporto di lavoro. I contratti di assunzione erano fittizi e i datori di lavoro non erano a conoscenza di nulla.
A due degli indagati è stato anche interdetto l'esercizio dell'attività di impiegato presso patronati ed enti che si occupano di consulenza del lavoro e della materia dell'immigrazione per la durata di un anno.
Sono sette le persone indagate. Vittorio Scurto, 56enne di Alcamo; Agostino Stabile, 45enne di Castellammare del Golfo, Gaetano Lampasona, 58enne di Alcamo, Mohammed Ben Alì, 40enne marocchino residente ad Alcamo, Giuliano Nicolò Xhilone, 60enne di Custonaci, Girolama Milazzo, 58enne di Alcamo, Vincenzo Pipitone detto Vincenzo Pane, alcamese deceduto nel 2022. Per Scurto, Stabile, Ben Alì e Lampasona, è scattato il divieto di dimora ad Alcamo. Per Scurto e Stabile c’è anche il divieto di lavorare in patronati ed enti che si occupano di consulenza del lavoro.
TUTTO PARTE DA UNA DENUNCIA
L’inchiesta parte dalla denuncia presentata nel settembre 2021 da un cittadino marocchino ai Carabinieri di Alcamo. L’uomo ha raccontato ai carabinieri di aver consegnato una consistente somma di denaro ad alcuni italiani in cambio della presentazione di una fittizia domanda di regolarizzazione del rapporto di lavoro, il tutto per conseguire il permesso di soggiorno. Nella denuncia il marocchino riferiva che Vincenzo “Pane” Pipitone (uno dei sette indagati deceduto durante l’indagine) si sarebbe offerto di aiutarlo a trovare qualcuno disponibile ad assumerlo e così avviare la procedura per la regolarizzazione.
Pipitone si sarebbe fatto consegnare 3 mila euro in contanti e ha indirizzato il marocchino in un patronato, il Sifus di Alcamo. Lì trova Vittorio Scurto, il responsabile del patronato. Il marocchino ha quindi a che fare con Pipitone, Scurto, e con tale Gaetano Lampasona al quale consegnava del denaro e che si è presentava come il suo fittizio datore di lavoro. In realtà i datori di lavoro fittizi erano altri. E gli investigatori scoprono che non c’è solo il marocchino che ha presentato denuncia ad aver pagato centinaia, se non migliaia di euro, per avere un contratto fittizio. Scoprono 14 falsi lavoratori e altri datori di lavoro fittizi. Alcuni dei datori di lavoro non sapevano neanche di essere stati messi in mezzo in questo giro. In un caso, addirittura, il datore di lavoro era morto.
IMMIGRATI E PROSTITUTE
Di giri strani, Gaetano Lampasona, uno degli indagati in questi inchiesta, era abituato. Infatti circa 10 anni fa era stato arrestato con l’accusa di aver messo in piedi un giro di prostituzione tra le città di Trapani, Marsala, Alcamo e Castellammare del Golfo. Sette persone finirono in carcere, tra cui Lampasona, che è stato anche condannato a 5 anni di carcere. In particolare si sarebbe attivato per il giro di prostitute nella Trapani bene. Ora lo ritroviamo, invece, coinvolto nell’inchiesta sulle false assunzioni agli immigrati per fargli ottenere i permessi di soggiorno. Il ruolo di Lampasona era centrale in questa organizzazione.
E molti immigrati sono stati spennati.
Lo vedremo domani come.
FINE PRIMA PARTE
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