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06/04/2024 06:00:00

"Io, a Taiwan in vacanza. Quello che mi ha insegnato il terremoto"

 Gentile direttore di Tp24,

Le scrivo la presente per condividere, con chi leggerà, un’esperienza che definisco, tutto sommato, costruttiva. Ho vissuto il terremoto a Taiwan in prima persona mentre dormivo al 40* piano di un grattacielo di Taipei. Io e Romeo, amico e compagno d’avventure, siamo stati dolcemente svegliati dal movimento ondulatorio del letto e, aprendo gli occhi, abbiamo visto tutto muoversi da un lato all’altro.

Il panorama che si godeva dalla finestra si muoveva, così come le grucce che si spostavano dolcemente di oltre 20 centimetri dalla parete. Io e Romeo ci siamo guardati in faccia, abbiamo sorriso e gli ho detto: un caffettino Romé?

Sentivamo la gente correre nei corridoi e frasi per noi incomprensibili ma intuibili. Aprendo la porta della stanza la gente fuggiva e solo una donna del posto, che seguiva il marito che scappava ignorandola, si è preoccupata di farci capire il pericolo della situazione, vedendomi sorridere come se fossi inconsapevole di ciò che stesse accadendo.

Due sono state le scosse veramente forti e molto lunghe. Sembrava non finissero mai. Ma il grattacielo, certamente costruito con tecniche antisismiche che noi ci sogniamo, si limitava ad oscillare come una canna di bambù. Per circa un giorno abbiamo continuato a sentire scosse di assestamento che, paragonate alle prime due, sembravano acqua fresca.

Quando tutto si è calmato, dopo le prime due scosse, siamo usciti per fare i turisti come avevamo pianificato e abbiamo notato la gente calma, ordinata e immobile per strada. Guardando gli edifici integri, ma inclinati di 45 gradi , ho provato realmente invidia per le loro capacità costruttive.

Ho pensato ai terremoti in Umbria e al Belice, ho pensato al viadotto che, sull’autostrada Palermo Catania, è crollato, senza causare miracolosamente vittime, a causa del cemento depotenziato, per aumentare i margini di profitto. Ho provato tristezza e frustrazione. Pensiamo di essere una spanna sopra gli altri ma il terzo mondo siamo noi. La corruzione, che ci infetta, ci tiene fermi più al cretaceo che all’era moderna. Mi chiedo sempre perché. Perché dobbiamo vivere in una Italia in cui chi ci amministra pensa solo a ottimizzare i propri utili al punto da farmi paradossalmente rimpiangere la prima repubblica con i suoi Andreotti, Craxi & Co. Francamente sono un po’ stanchino. In ogni modo, come ho scritto prima, giudico questa esperienza altamente costruttiva. Non è la prima volta, per mia fortuna aggiungo, che vedo la morte in faccia, così come il mio compagno di viaggio.

Tendenzialmente gli esseri umani aspirano al potere, sia esso economico o politico o legato alle funzioni o incarichi che si desiderano ricoprire, ma il vero Potere è solo quello che discende dalla dignità della propria esistenza. L’unico reale patrimonio che si può trasmettere ai propri eredi è la dignità del proprio Nome. Il vero Potere discende dal rispetto di principi tanto semplici quanto maestosi che sono ben riassunti sul prospetto del palazzo di giustizia di Milano: honeste vivere, alterum non laedere, suum cuique tribuere. Gli umani, pur consapevoli della propria mortalità, si comportano come se fossero eterni e onnipotenti e finiscono per comportarsi come un virus che aggredisce l’ospite al punto da provocare anche la morte di se stesso. Vedo le persone autocensurarsi per paura delle conseguenze che, inevitabilmente, si hanno quando si dice la verità e, in generale, quando si prende una posizione che è scomoda per chi sta al “potere”. Per questo motivo non passa giorno in cui io non mi chieda che senso abbia vivere a lungo una vita mediocre e priva di significato, per colpa dell’egoismo, quando il paradiso è su questa terra e per goderselo basterebbe un minimo di vero rispetto reciproco fondato su una coscienza collettiva e non solo individuale, come quella che caratterizza i popoli occidentali… studiando teologia sono diventato ateo ma non ho mai perso quella consapevolezza di essere un piccolo elemento del tutto, un granello di sabbia che concorre a comporre il deserto. Sarebbe meraviglioso se tutti gli umani riuscissero realmente a capire, non solo con le parole, che per vivere dignitosamente non si può e non si deve pensare solo al proprio orticello perché sarebbe come vivere in un attico di lusso con le fondamenta in cemento depotenziato: inutile, pericoloso, profondamente irrazionale e, quindi, stupido. Questo è il mio reale unico desiderio di vita: che gli umani, un giorno, diventino realmente Umani.

Vincenzo Forti, un granello di sabbia