Gentile redazione di tp24, il tema dell'inclusione è un principio fondante della scuola italiana, parola di grande significato sostanziale, spesso, usata come proclama ma di fatto destinata a restare parola vuota.
L'ambiente scolastico è, per eccellenza, il luogo dove il tema dell'inclusione dovrebbe manifestarsi concretamente con i fatti, con le azioni dato che tra i banchi di scuola, si rinnova ciclicamente non solo un percorso di istruzione ma si avvia la formazione delle donne e degli uomini del futuro.
Garante della realizzazione di questo progetto virtuoso è il Dirigente Scolastico che all'inizio di ogni anno scolastico è tenuto a provvedere alla formazione delle classi nel rispetto dei criteri, previsti dalla normativa vigente , che sono:
Distribuzione equilibrata all'interno di ogni classe tra la componente maschile e quella femminile;
Distribuzione equilibrata all'interno di ogni classe di alunni stranieri ;
Distribuzione equilibrata all'interno di ogni classe di alunni "fragili";
Distribuzione equilibrata nella composizione numerica delle classi ovvero evitare di formare troppo numerose o per converso con pochi alunni;
Formare classi miste, ovvero, inserire nelle classi bambini di differenziata estrazione sociale in modo da favorire l'INCLUSIONE, utile, per la crescita e la formazione di uomini e donne migliori. Vigilare a che gli alunni di tutte le classi siano coinvolti a partecipare ai momenti ricreativi, sportivi e di potenziamento organizzati nel corso dell'anno scolastico.
Fatta questa premessa, con amarezza, si riscontra che qualche Dirigente Scolastico, di qualche istituto di scuola primaria, non ha rispolverato,all'inizio dell'anno scolastico,corrente i criteri della normativa vigente in materia di formazione delle classi con la triste conseguenza che ci sono classi di serie A, all'interno delle quali confluiscono gli alunni - " figli della Marsala bene" , classi di serie B - miste - formate secondo i criteri della normativa vigente ed infine classi di serie C, composte da un numero tanto esiguo di alunni che basterebbero le dita delle mani per contarli, dove ogni criterio, previsto dalla normativa vigente per la formazione delle classi , è stato disatteso.
La scuola e chi la rappresenta, il Dirigente scolastico, in primis, gli insegnanti e tutti gli alunni devono essere espressione di una scuola libera, aperta all'inclusione, alla diversità e non essere manifestazione di una cultura "chiusa", selettiva e classista.
Compito e proposito di chi rappresenta una scuola è fare in modo che le condizioni d'ingresso degli alunni , all'inizio dell'anno scolastico, mutino in meglio nel corso dell'anno , la scuola non può e non deve normalizzare le differenze d'ingresso piuttosto deve adoperarsi a rimuovere tutti quegli eventuali ostacoli che frenano la buona formazione di un alunno.
Confidando nell'intervento delle autorità superiori auspico per gli alunni di domani una SCUOLA PROMESSA dove l'INCLUSIONE, l'ACCOGLIENZA, la SOLIDARIETA' ,la FRATELLANZA, la CONDIVISIONE si traducano in azioni concrete per la formazione di uomini migliori.
Lettera firmata