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04/05/2024 08:30:00

Marsala, il processo per minacce al cognato. Scrive l'avvocato dei Bruno

“Il corso della giustizia ad oggi dà ampiamente torto al signor Arangio e non si dubita che così avverrà in futuro e non sarà certamente un articolo di giornale a cambiare la verità fotografata dai provvedimenti dell’autorità giudiziaria”.

E’ così che conclude l’avvocato trapanese Carlo Massimo Zaccarini in una nota inviata alla nostra redazione a seguito dell’articolo relativo al processo che davanti al giudice di pace di Marsala vede imputato il 50enne mazarese Fabrizio Bruno per una presunta minaccia all’ex cognato Giuseppe Maria Arangio, 39 anni, marsalese, salito alla ribalta delle cronache per avere fondato il C.U.M., acronimo di Centro uomini maltrattati.

“Pur non essendo mio costume replicare agli articoli di stampa – scrive l’avvocato Zaccarini - nella mia qualità di difensore dei signori Bruno Laura e Bruno Fabrizio, reiterandosi gli attacchi del signor Arangio nei confronti dei miei assistiti, mi vedo costretto ad inoltrare una nota per puntualizzare la verità dei fatti. Il signor Arangio, nella sua ansia da prestazione giudiziaria e per amore della verità, avrebbe dovuto precisare di avere presentato ben quattro denunce (quelle note) contro la signora Bruno, tre archiviate dalla Procura di Marsala e una definita con assoluzione della signora perché il fatto non sussiste”. E il legale “non dubita che anche l’ultima sarà ascritta nel novero delle archiviazioni alla quale seguirà una inevitabile denuncia per calunnia per avere accusato falsamente l’ex compagna sapendola innocente”. “Analogamente – continua l’avvocato Zaccarini - il signor Arangio, dimentica di sottolineare che il giorno 28.03, quando sarebbe stato oggetto di presunto stalking, aveva comunicato formalmente, in sede di ctu, la sua indisponibilità perché affetto da stato febbrile che lo bloccava a casa mentre invece appena poco dopo si trovava seduto presso un noto locale marsalese a sorseggiare vino in buona compagnia, questione che sarà posta all’attenzione della Procura di Marsala quando sarà sentita la signora Bruno unitamente a tutta la documentazione a supporto”.

Per quanto riguarda, invece, Fabrizio Bruno, il difensore afferma che “il processo, come già avvenuto per la sorella, deve essere celebrato e, tenuto conto dei numerosissimi punti oscuri, potrebbe seguire la sorte di tutti gli altri”. Infine, conclude il professionista trapanese, “sempre per amore di verità e giustizia, il presidente del cum, organismo asservito alle necessità dell’unico, è a tutt’oggi in attesa della decisione della Procura di Marsala sulla querela depositata da altra compagna, anch’essa assistita dallo scrivente professionista, che ha denunciato una aggressione e altri fatti specifici. Quanto sopra per ricondurre a verità i fatti che da qualche mese a questa parte vedono il signor Arangio soccombere in ogni sede giudiziaria come avvenuto anche il 3 maggio in sede civile”.