Il "tappo" saltato, poi la strage. Così sono morti gli operai a Casteldaccia
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Sono scesi in tre nella prima "stanza" dell'impianto fognario per cercare di sbloccare la sonda di spurgo che era bloccata.
Dopo ore di tentativi, all'improvviso, il tappo di liquami che impediva il lavoro della sonda è saltato e ha investito gli operai, che hanno perso i sensi e sono precipitati nella vasca situata tre metri più sotto.
Sarebbe questa la dinamica dell'incidente costato la vita a cinque operai, quattro della Quadrifoglio Group e un interinale dell'Amap a Casteldaccia.
La ricostruzione spiega perché i lavoratori della società che gestiva la rete fognaria per Amap, in subappalto, si trovassero nell'impianto e non in superficie come prevedeva il contratto.
Vedendo che i primi tre operai non risalivano, sono scesi altri tre colleghi, tra cui Giuseppe La Barbera, l'interinale che aveva mansioni di accertatore, doveva cioè vigilare sulle transenne piazzate in strada. Intanto il gas killer era risalito e li ha investiti. Due sono stati trovati morti, uno è in fin di vita. Per recuperare i compagni precipitati nella vasca sono serviti i sommozzatori dei vigili del fuoco.
Gli operai avevano chiesto l'autorizzazione a lavorare all'interno dell'impianto al direttore dei lavori e responsabile della sicurezza di Amap, sentito a lungo, dalla polizia. Il capo squadra responsabile della sicurezza della Quadrifoglio era Epifanio Alsazia, contitolare della ditta, tra i primi a morire.
«Ha detto che voleva andare lui. È stato il primo a scendere nell’impianto. Si poteva godere la pensione e invece era sempre il primo a intervenire», racconta Paolo Sciortino, uno degli operai scampato alla strage di Casteldaccia, ricostruendo la dinamica dell’incidente. Nessuno dei colleghi, non vedendolo risalire, ci ha pensato un secondo. Sono scesi uno dietro l’altro in soccorso del capo della Quadrifoglio Group srl, molto amato dai suoi dipendenti, che da 40 anni viveva ad Alcamo. "Era il primo a intervenire quando qualcosa andava storto", ricorda Sciortino.
L'altro alcamese morto è Roberto Raneri, aveva 51 anni.

La sede della Quadrifoglio Group, in via Milano a Partinico , è stata posta sotto sequestro. La procura di Termini Imerese indaga per omicidio colposo plurimo, al momento il fascicolo è a carico di ignoti.
Intanto i sindacati degli edili hanno organizzato per ieri uno sciopero di otto ore, mentre i sindacati confederali hanno organizzato uno sciopero generale di 4 ore per tutti gli altri settori.
"Questa condizione di precarietà è inaccettabile. Le norme hanno determinato la precarietà nel lavoro e nella vita. Oggi siamo più poveri. Il lavoratore è ricattabile disposto a fare di tutto per conservare quel posto di lavoro. La responsabilità è di chi ha fatto le leggi, di chi ha fatto in modo che quelle leggi non venissero cambiate. E' la scelta di un sistema economico che pensa che le morti sul lavoro siano un costo sociale sostenibile. Questo meccanismo perverso di interessi tra sistema economico e politico ha determinato che oggi i lavoratori in Italia sono poveri, precari e a rischio della vita".
Lo ha detto Mario Ridulfo, segretario della Camera del lavoro di Palermo, davanti alla prefettura parlando a diverse centinaia di lavoratori che con le bandiere dei propri sindacati partecipano al sit in organizzato dopo la strage di Casteldaccia.
“Non possiamo che stringerci intorno al dolore di tutte le famiglie degli operai che hanno perso tragicamente la vita nell’incidente sul lavoro di Casteldaccia, con un pensiero in particolare a quelle degli alcamesi Roberto Raneri ed epifanio Alsazia”.
Lo affermano il segretario generale della Uil Trapani Tommaso Macaddino e il segretario generale Feneal Uil Trapani Giuseppe Tumbarello.
“Quello che fa aumentare il dolore – aggiungono - è assistere all’ennesimo copione che si ripete uguale ormai da troppo tempo quando si tratta di incidenti sul lavoro. Ovviamente attenderemo che si faccia luce su cause ed eventuali responsabilità, ma sta di fatto che la sicurezza sul lavoro è ormai da troppo tempo un’emergenza sociale e la Uil dal livello nazionale fino a quello regionale e territoriale non fa che ribadire la necessità di maggiori misure a tutela di chi lavora. Servono provvedimenti coraggiosi e drastici. Bisogna intervenire sul sistema delle gare al massimo ribasso e dei subappalti a cascata, così la Uil propone da tempo sulleproprie piattaforme nazionali”.
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