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14/05/2024 06:00:00

 In Merito al Ministro Valditara e i Sauropsidi

di Katia Regina

Dopo la pedagogia dell'umiliazione ne ha schiacciata un'altra. Perché si avventura in questi sentieri a lui ignoti? Perché non si prepara prima, anzi scusate, non dice a qualcuno del suo staff di cosa vuole parlare affinché si possa fare una ricerchina sulla rete per capire cosa dice la pedagogia su quell'argomento. Non ci sarebbe niente di male, in fondo è laureato in giurisprudenza, anche se si è molto occupato di scuola in passato, addirittura in una commissione per l'infanzia, e questa ha tutta l'aria di un'aggravante. Ha voluto la parola merito sulla targhetta del suo ministero dell'Istruzione, senza considerare l'auto-goal a fischio iniziale. Impossibile non parlarne questa settimana, e allora recupero pure il silenzio dopo la storia dell'umiliazione come strumento pedagogico, un caso evidente di confusione rispetto ai due termini simili ma diametralmente opposti: umiltà e umiliazione. Ma vi assicuro che non è neppure necessario essere dei pedagogisti per intuirne la differenza. Un ragazzo che commette un atto vandalico deve essere punito, certo, ma la punizione non servirà a nulla se non sarà accompagnata da un momento di confronto con qualcuno in grado di comprendere l'origine del suo disagio. Infliggere l'umiliazione pubblica a una personalità già compromessa a livello comportamentale porterebbe soltanto al peggioramento di una condizione già complessa. Dalle nostre parti si dice: all'affussato, affossalo! Benedetta sia la saggezza popolare che cristallizza con due parole quello che si potrebbe dire con un intero trattato.

Ma veniamo ai dinosauri cominciando a dire che con una sola battuta è riuscito a scontentare milioni di bambini, la passione per questi animali, così misteriosi, ha sempre affascinato e stimolato la loro creatività, e anche in questo caso non serve una laurea in pedagogia per intuire che la crescita cognitiva passa anche attraverso questa stimolazione. Vi risparmio il pippone sulla metodologia che incoraggia la crescita cognitiva del bambino attraverso il gioco libero e spontaneo. Lo studio dei dinosauri nelle scuole primarie non è finalizzato alla mera conoscenza di questi animali, semmai diventa volano per attivare il pensiero magico, fondamentale anche per imparare a gestire le emozioni negative. Ed è interessante sapere che questa capacità può servire anche durante l'età adulta per affrontare situazioni difficili o affermarsi nel mondo delle attività creative, con la sola controindicazione di evitare decisioni importanti per la propria vita basandosi sul pensiero magico che comprende anche le superstizioni e i malefici.

Escludendo che il ministro possa avere qualche irrisolto infantile proprio con i dinosauri, episodi di bullismo psicologico che tutti abbiamo provato sia chiaro, io ad esempio detesto le Barbie perché mi regalavano sempre le versioni farlocche più economiche, quelle rigide che non potevo mettere a sedere come invece facevano le mie amichette più fortunate.

In ogni caso, traumi infantili a parte, con queste premesse non vi nascondo che sentire parlare di riforma scolastica mi inquieta, non è chiaro infatti con quali materie o argomenti intenda sostituire ciò che il ministro ritiene obsoleto. Per scrivere una riforma di questo tipo sarà infatti fondamentale avvalersi di tutti gli attori coinvolti: studenti, insegnanti, genitori, esperti in ambito pedagogico, psicologico e sociologico, dirigenti scolastici, personale ATA, rappresentanti delle università e del mondo del lavoro, senza trascurare le associazioni del Terzo Settore. Una riforma scolastica non può essere pensata e strutturata solo dal punto di vista politico, gli obiettivi devono essere ben chiari e misurabili oltre che condivisi e verificabili.

Consigli per la lettura per il ministro: Leggere il mondo, di Paulo Freire, non foss'altro perché propone una pedagogia liberatrice che mira a educare gli adulti oppressi a prendere coscienza della loro situazione e a lottare per la giustizia sociale.

Consigli per la visione: Antonella Attili e il sovranismo fossile