Quantcast
×
 
 
30/06/2024 06:00:00

Erice, la preside che vede gli angeli e che lotta contro il bullismo. Una replica

Torna a scrivere a Tp24, per una replia la dirigente scolastica delll'Istituto comprensivo Mazzini di Erice

Nei giorni scorsi, infatti, su Tp24 abbiamo raccontato le lamente di diversi genitori che si sono rivolti alla nostra redazione per segnalare aspetti poco chiari della vita della scuola (qui l'articolo). Altri genitori hanno detto la loro (qui il loro intervento),poi è intervenuta, con una lunghissima replica, la dirigente Anna Maria Di Marzo. La preside torna a scrivere

 

Nonostante il chiarimento contenuto nella replica della sottoscritta all’articolo pubblicato da TP24 il 10/06/2024, davvero non si comprende il motivo per cui si continui a riprendere e commentare fatti accaduti e documentati, nonché, come già precisato nella prima replica, segnalati alle Autorità Competenti.


La dichiarazione secondo cui si tratterebbe di “una rappresentazione enfatizzata di normali dinamiche scolastiche”. non è quello che risulta da quanto acquisito agli atti della scuola.
Se le famiglie ritengono che le violenze fisiche e psicologiche siano “normali dinamiche scolastiche”, come faranno gli studenti a comprendere la differenza tra le azioni giuste e quelle sbagliate? Come faranno a comprendere il significato del rispetto del prossimo, dell’inclusione sociale e della solidarietà?
In merito all’affermazione secondo cui questa dirigenza “ha ingigantito” i fatti accaduti “perdendone il controllo” e “innescando un clima di tensione”, preme evidenziare il fatto che, al contrario, proprio perché questa dirigenza ha tempestivamente gestito e controllato la situazione, si è riusciti a prevenire ulteriori spiacevoli episodi.
In secondo luogo, riguardo al “il clima di tensione”, che i genitori sostengono essere stato avvertito a scuola, si precisa piuttosto che può essere stato creato dalle voci di corridoio diffuse tra i genitori, visto che questa dirigenza per tutto l’anno scolastico ha gestito la situazione in totale riserbo e discrezione.
Ne è prova il fatto che l’accenno agli episodi di bullismo avvenuti a scuola è stato fatto solo dopo le pesanti insinuazioni rivolte agli alunni trasferiti nelle classi 1B e 1C da parte dei genitori responsabili dell’articolo del 10 giugno 2024.
Riguardo poi alla ripetuta e infondata dichiarazione dei genitori secondo cui il presunto “sovrannumero delle classi non può che inficiare il regolare apprendimento di tutti gli alunni”; si ribadisce che non esiste alcun sovrannumero, visto che le classi 1B e 1C sono composte da 23 e 24 alunni, e che i pareri dei docenti delle suddette classi confutano quanto riferito dai genitori.
A tal proposito, si copia qui sotto l’e-mail pervenuta da parte del prof. Leonardo Castiglione, docente di lettere della 1C.

Spiace non poter replicare il fatto che i genitori si interroghino sulla richiesta di trasferimento di alcuni docenti che hanno affrontato “problematiche ben più gravi in un quartiere difficile quale è quello di San Giuliano”, in quanto non si intende il senso della suddetta dichiarazione.
Non si può che dissentire, però, sull’apparente pregiudizio verosimilmente espresso verso il quartiere di San Giuliano, dove risiedono famiglie per bene, molte delle quali sono anche famiglie che ruotano intorno all’I.C. “Mazzini”.
Si spera inoltre che le “problematiche ben più gravi” che i genitori sostengono essere emerse negli anni passati siano state risolte e segnalate.
Per concludere, in merito a quella che i genitori responsabili dell’articolo hanno definito “opinabile” “scelta di svuotare un’intera classe per presunti e non provati fenomeni di bullismo”, lascerò che siano le mamme degli alunni che hanno subito questi “presunti fenomeni” a rispondere a tale triste dichiarazione.
Si copia di seguito la lettera di ringraziamento ricevuta giorni fa da parte di alcune mamme (lettera che ho avuto il consenso di pubblicare).


Dopo questo ulteriore e ultimo chiarimento, si lascerà accertare i fatti a chi di competenza

Il Dirigente Scolastico
Dott.ssa Anna Maria Di Marzo