di Katia Regina
Nella maestosa cornice della Valle dei Templi, si è consumato un sacrificio che gli dèi dell'antica Akragas non avrebbero mai potuto prevedere. No, non stiamo parlando di buoi o capre offerti su altari fumanti, ma di qualcosa di molto più contemporaneo e... soffocante: gli spettatori del concerto de Il Volo. Perché? Perché, in un’idea geniale degna di una tragedia greca, la Regione ha deciso di spendere oltre un milione di euro per registrare questo evento che verrà trasmesso su Canale 5 la notte di Natale.
E siccome il Natale, si sa, richiede un certo stile, il pubblico è invitato ad indossare abiti invernali. Sì, avete capito bene: cappotti, scialli, camicie a maniche lunghe, tutti rigorosamente di colori scuri, perché niente dice "Buon Natale" come la pelle madida di sudore con le temperature di fine agosto. Si parla di 35 gradi, gente. Ma non preoccupatevi, è tutto per una buona causa: un tributo alle divinità dimenticate dei Templi, un rito scaramantico per risolvere i problemi cronici della Sicilia.
Il presidente della Regione, che ha fortemente voluto questo evento, deve aver pensato che, se i cittadini riescono a sopravvivere a questo sacrificio estivo, allora forse, gli dèi si commuoveranno e finalmente invieranno un po’ di pioggia su quest’isola assetata, aggiustando anche qualche ponte crollato qua e là. Dopotutto, chi può resistere alla vista di un pubblico che si scioglie come candele di cera al sole, mentre Il Volo intona arie celestiali? Se questo non attira la benevolenza divina, cosa potrà mai farlo?
E mentre l’acqua scarseggia e le infrastrutture cadono a pezzi, possiamo consolarci sapendo che almeno avremo un bellissimo concerto natalizio da guardare. Perché chi ha bisogno di strade sicure e rubinetti con acqua corrente tutti i giorni, quando puoi avere Piero, Gianluca e Ignazio che cantano "O Holy Night" sotto le stelle di Agrigento? Chissà, magari proprio mentre i vostri vestiti si attaccano alla pelle e le tempie pulsano al ritmo del caldo, un miracolo accadrà: gli dèi, impietositi da tanto sacrificio, faranno piovere sulla Sicilia, ripareranno le strade, e – perché no? – aggiusteranno anche i conti della Regione.
Per ora, l’unica certezza è che, tra le rovine antiche, si è registrato un concerto memorabile. Non solo per la musica, ma soprattutto per la resistenza eroica degli spettatori, pronti a schiumare come cavalli dopo il Palio di Siena, nel nome del bel canto e della speranza che, da qualche parte, gli dèi stiano davvero ascoltando.
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