Forza Italia, lite infinita. Schifani ad un bivio: "Troppi assessori tecnici"
Non è iniziato bene questo settembre per Forza Italia che chiede al presidente della Regione Renato Schifani di tenere un incontro di partito per fare il punto sulla coalizione e soprattutto sugli assessori: quelli azzurri sono quasi tutti tecnici.
Da Roma Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, ha chiesto ufficialmente a Marcello Caruso, coordinatore forzista siciliano, la convocazione di un incontro tra i deputati nazionali, i deputati regionali, i sindaci e i coordinatori azzurri: “Vorremmo un confronto col presidente della Regione e con la segreteria, evitando il bianco e il nero, gli amici che hanno votato un candidato e i nemici che ne hanno votato un altro”.
Ha tentato di mediare tra le due correnti, che rischiano di travolgere tutto, l’eurodeputato Marco Falcone. I malumori sono sparsi ovunque, dalle nomine in Sanità, alla manovrina regionale.
I deputati all’ARS sono pronti a presentare il conto, troppi burocrati in giunta e zero partito presente, è questa la lamentela precisa che muove Mulè a Schifani: “Il ricorso ai tecnici è una sconfitta, come se nessuno dei parlamentari fosse in grado. Non va bene. Se costruiamo una classe dirigente per portarla al governo, poi dobbiamo essere consequenziali”.
Non l’ha presa bene il coordinatore nazionale, Antonio Tajani, che durante l’evento di Forza Italia giovani a Bellaria, ha sentenziato: “Lo dico a tanti che parlano sui giornali per avere una vetrina: partecipate ai congressi, candidatevi alla guida del partito, dimostrate di avere consensi. Ci sono i luoghi di confronto per poi contarsi. Contarsi sui giornali a chi fa più interviste non è un buon modo, se poi le interviste si fanno solo per parlare male di quelli del tuo partito diventa controproducente. Per fortuna abbiamo quasi totalmente debellato questo sistema, le beghe interne sono scomparse nel 99% dei casi”.
Occhi puntati allora sui deputati ARS e sui loro posizionamenti. Il capogruppo è Stefano Pellegrino, vicinissimo a Maurizio Gasparri, Giorgio Mulè, Marco Falcone. Si tornerà in Aula oggi e, dunque, è necessario serrare le fila perché si voterà la proposta di legge che vede aumentare il numero degli esponenti in giunta di una casella, nonché la creazione della figura del consigliere supplente: il primo dei non eletti subentra a chi va a fare l’assessore per la durata del mandato. La norma prevede pure la figura del doppio vicepresidente del consiglio comunale. Domenica mattina il presidente della Regione si era espresso con una lettera sul Giornale di Sicilia e aveva già lì indicato una linea chiara: "Dalle parole occorrerà passare ai fatti per scongiurare di ricadere nella politica ipocrita e demagogica. Una politica a volte caratterizzata da esperti in ipocrisia e sapienza affabulatoria, che consente di ammaliare l’opinione pubblica senza mettersi in discussione con azioni e scelte forti di rottura di un sistema stratificato di false promesse e poco coraggio…Mi confronto quotidianamente con un sistema politico legittimato dal voto popolare - ha proseguito Schifani - ma a volte distante anni luce da quello in cui ho militato per molti anni e lontano dalla assunzione di grandi responsabilità in coraggiose scelte di rottura di un passato dove il consociativismo ed il clientelismo l’hanno fatto da padrone sulla trasparenza e la meritocrazia”. Sulla norma che prevede poi l’aumento delle poltrone nelle giunte si è espresso in maniera categorica: “Daremmo un pessimo segnale ai nostri cittadini che della politica si aspettano sobrietà e responsabilità. Penso che la mia forza consista nella mia non condizionabilità da parte di qualche finto amico e nel rigetto di ogni mediazione al ribasso per placare la riottosità strumentale di qualcuno”.
Dopo le nomine dei vari direttori sanitari e amministrativi e dopo lo strascico di polemiche, ancora in atto, quello che spaventa è la perdita di credibilità delle Istituzioni. Una responsabilità che Schifani ha messo nelle mani di Pellegrino, che dovrebbe tenere il gruppo all’ARS fermo nel non votare la legge di iniziativa parlamentare e non di governo, impresa difficile.
Il governatore ha trovato un alleato nel leader nazionale, Tajani, che non ha esitato dal palco a dire: “La Sicilia è una regione difficile da governare e Schifani sta facendo benissimo: non è sempre facile guidare un territorio con problemi di ogni tipo ma lui, come gli altri governatori di Forza Italia, lo sta facendo molto bene".
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