A due anni di distanza dall'incendio doloso che ha distrutto tre imbarcazioni di Davide Parrinello, noto imprenditore marsalese attivo nel settore turistico, la Procura della Repubblica di Marsala chiede l'archiviazione del caso. La richiesta, a firma del sostituto procuratore Giuseppe Lisella, arriva dopo un'indagine lunga e complessa che, tuttavia, non è riuscita a fare luce sull'identità dell'autore del gesto né a dimostrarne il movente estorsivo.
L'atto incendiario, avvenuto nella notte tra il 10 e l'11 agosto 2022, aveva causato un danno di 250 mila euro a Parrinello, proprietario del Consorzio turistico "Arini e Pugliese laguna dello Stagnone" e della Egadi Charter. Le aziende offrono servizi di mini crociere, escursioni alle Egadi e tour nella laguna dello Stagnone. L'incendio, che aveva colpito selettivamente le imbarcazioni più redditizie, aveva interrotto bruscamente l'attività in piena stagione turistica, provocando un grave danno economico all'imprenditore.
Le indagini, avviate immediatamente dopo l'evento, si sono concentrate inizialmente sulle possibili rivalità nel settore. Tre le imprese finite nel mirino degli inquirenti: tre aziende, legate da connessioni societarie, caratterizzate da forti acredini e tensioni commerciali.

L'ipotesi investigativa iniziale era che l'incendio fosse un atto intimidatorio finalizzato a danneggiare l'attività di Parrinello a vantaggio dei suoi concorrenti. A supportare questa tesi, le modalità dell'incendio, che aveva colpito selettivamente alcune imbarcazioni, lasciando intatti altri natanti ormeggiati nelle vicinanze.
Tuttavia, le numerose attività investigative condotte – intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi scientifiche, escussione di testimoni e acquisizione di immagini dai sistemi di videosorveglianza – non hanno fornito prove sufficienti a supportare l'ipotesi estorsiva né a individuare con certezza i responsabili.
Dalle intercettazioni, ad esempio, è emerso solo un forte sospetto da parte di Parrinello nei confronti dei suoi concorrenti, ma nessun elemento concreto. Le analisi scientifiche condotte sulla scarpa abbandonata dall'incendiario durante la fuga non hanno portato all'identificazione di un profilo genetico, né sono state rilevate impronte utili. Anche l'analisi dei filmati delle telecamere di sicurezza non ha consentito di identificare la targa del motociclo utilizzato dall'autore del gesto.
Nonostante l'impegno profuso dagli inquirenti e l'ampio dispiegamento di risorse, il caso dell'incendio delle barche di Parrinello rimane quindi un mistero irrisolto.
Ieri l'avvocato Vito Cimiotta, legale dell'imprenditore marsalese Davide Parrinello, ha discusso in udienza l'opposizione alla richiesta di archiviazione del caso. L'avvocato Cimiotta sostiene che ci siano ancora diverse piste investigative da approfondire, evidenziando incongruenze e possibili elementi trascurati nelle indagini. Tra i punti salienti della memoria difensiva emerge la necessità di ulteriori accertamenti su alcuni soggetti, intercettazioni e riprese di videosorveglianza che potrebbero fornire dettagli utili per individuare i responsabili dell'incendio.
Le incongruenze evidenziate dalla difesa
L'atto presentato dall'avvocato Cimiotta mette in evidenza diverse discordanze nelle dichiarazioni rese dai testimoni e dagli indagati. In particolare:
- Il ruolo di alcuni soggetti: la difesa sottolinea come le dichiarazioni di alcune persone coinvolte abbiano mostrato contraddizioni che meritano ulteriori approfondimenti.
- Le immagini di videosorveglianza: secondo la documentazione presentata, i filmati avrebbero immortalato un soggetto a bordo di un motociclo con caratteristiche compatibili con quelle di alcuni individui sospettati, il quale, con volto coperto, si sarebbe avvicinato al luogo dell'incendio prima che le fiamme divampassero.
- La scarpa abbandonata sul luogo del delitto: l'elemento della scarpa ritrovata vicino alle imbarcazioni incendiate, sebbene analizzata, non avrebbe portato a un'identificazione certa. Tuttavia, vi sarebbero elementi che indicherebbero una possibile corrispondenza con un soggetto specifico.
L'ipotesi del movente economico
L'istanza della difesa ribadisce che l'incendio potrebbe essere stato un atto mirato a danneggiare l'attività di Parrinello. Il legale sottolinea come la distruzione delle imbarcazioni abbia causato un grave danno economico, favorendo indirettamente alcuni concorrenti.
Le richieste
Alla luce di questi elementi, l'avvocato Cimiotta chiede che la Procura della Repubblica di Marsala disponga nuove indagini, incluse:
- L'escussione di nuovi testimoni per chiarire le contraddizioni emerse;
- Ulteriori analisi delle immagini di videosorveglianza per verificare i movimenti sospetti nella zona;
- Accertamenti sui soggetti già coinvolti per approfondire eventuali collegamenti tra di loro e il movente dell'incendio.
Il prossimo passo
Spetterà ora al giudice per le indagini preliminari (GIP) decidere se accogliere l'opposizione della difesa e riaprire il caso o confermare l'archiviazione proposta dalla Procura. Se il GIP dovesse ritenere validi gli elementi presentati dall'avvocato Cimiotta, il caso potrebbe riaprire nuove piste investigative, offrendo la possibilità di fare finalmente luce sull'attentato incendiario che ha danneggiato l'imprenditore marsalese.