In un contesto di crisi idrica sempre più pressante, la Sicilia e l’intero Mezzogiorno cercano di rafforzare il proprio sistema di gestione delle risorse idriche. Da un lato, la Regione Siciliana annuncia nuove nomine per la sicurezza degli invasi; dall’altro, l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale porta avanti un imponente lavoro di mappatura e interconnessione delle risorse idriche nel Sud Italia.
La giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità Francesco Colianni, ha approvato l’attribuzione di 12 posizioni organizzative per ingegneri responsabili della sicurezza delle dighe, figure chiave per garantire il corretto funzionamento e il monitoraggio degli impianti.
«Saniamo un problema che si trascinava da anni – afferma Colianni –. Queste nomine permettono di riconoscere il ruolo tecnico e gestionale di figure fondamentali per la sicurezza delle nostre dighe, in un momento cruciale per fronteggiare l’emergenza idrica».
La Sicilia gestisce direttamente 23 delle 46 dighe presenti sul suo territorio, un caso unico in Italia. Finora, il personale incaricato della sicurezza degli impianti non aveva un riconoscimento formale nel contratto di lavoro. Con questa decisione, si punta a garantire stabilità, responsabilità e continuità nella gestione di una rete infrastrutturale strategica per l’approvvigionamento idrico dell’Isola.
Intanto, sul fronte nazionale, l’Autorità di Bacino dell’Appennino Meridionale ha presentato durante la seduta dell’Osservatorio sulle risorse idriche del 28 aprile un aggiornamento sulla situazione di severità idrica nel Sud Italia. In molte aree, come Basilicata, Calabria, Campania e Puglia, lo stress idrico è già alto e destinato a peggiorare con l’arrivo dell’estate.
Per affrontare l’emergenza, si lavora a nuove interconnessioni tra bacini (come tra la diga del Liscione e quella di Occhito) e al completamento dei lavori sulla diga di Monte Cotugno, che permetterebbe di recuperare 200 milioni di metri cubi d’acqua. Attesa anche per la messa in funzione della diga del Rendina, per cui le risorse sono già disponibili.
«Accelerare sulle infrastrutture è fondamentale» – ha ribadito il commissario straordinario Nicola Dell’Acqua –. Entro metà maggio sarà definito un quadro completo degli interventi in corso e da finanziare, con stime su costi e benefici.
Una corsa contro il tempo, tra nomine, progetti e piani strategici, per salvaguardare una delle risorse più preziose del Sud Italia: l’acqua.