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04/05/2025 06:00:00

Carceri al collasso, 22 suicidi in tre mesi. Ma per il Governo non è un problema

 In Italia il problema dei detenuti non è un problema, lo ignorano le alte cariche del governo nazionale. Devono marcire in carcere, dove non c’è alcuna reintroduzione con rieducazione sociale. Dove mancano adeguati servizi sanitari, dove il sovraffollamento cattura pure i respiri, soprattutto dove la dignità umana è stata fatta a pezzi.
Il primo maggio si è suicidato a Terni un detenuto, l’ennesimo caso. Era un detenuto per reati contro la famiglia. C’è un disagio che è constantemente sottovalutato e che non riguarda solo i detenuti ma pure la Polizia penitenziaria, che opera da anni sotto organico e con una pressione psico fisica enorme.

I numeri del 2025
Nei primi tre mesi del 2025 i suicidi accertati sono 22, si sono verificati in 17 istituti penitenziari. Un quadro preoccupante, che riaccende il dibattito sulle condizioni della detenzione in Italia e sull’urgenza di interventi strutturali e alternativi alla pena detentiva.
Nel frattempo continua a crescere la popolazione carceraria,
a marzo 2025 i detenuti sono 62.137 a fronte di 46.839 posti disponibili.

 

Alemanno scrive a Nordio
Cinque pagine e nove punti affrontanti nella lettera a doppia firma, Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, e Fabio Falbo, che si è laureato in Giurisprudenza, detenuto a Rebibbia come Alemanno.
Al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, scrivono chiaro che “l'attuale situazione carceraria appare insostenibile e contraria al dettato costituzionale. Tutte le strutture penitenziarie italiane sono al collasso con tassi di sovraffollamento di oltre il 150 per cento, senza considerare che, come lei stesso ministro ha rilevato, le persone detenute crescono circa 5 volte di più rispetto all'aumento dei posti in carcere”.
La richiesta è di “Utilizzare tutte le misure alternative al carcere, che possono alleggerire la pressione delle presenze negli istituti penitenziari non rese obbligatorie dalla legge…Le vogliamo indicare quelle che secondo noi sono le priorità per far fronte in particolare alla situazione tragica delle morti, dei suicidi, dell'assistenza sanitaria inadeguata, di tutti gli ultrasettantenni in carcere, dell'affettività negata, della mancata scindibilità dei cumuli e dell'accesso limitato al lavoro in aziende private”.


E poi ancora: “Gli uffici di Sorveglianza continuano a rigettare i reclami per l’applicazione dello sconto della pena del 10 per cento… Il ragionamento elementare da fare è questo: se i dati diffusi dal vostro ministero ci dicono che in tutti gli istituti di pena vi è un sovraffollamento dal 150 % al 200 %, con uno spazio nelle celle per ogni singola persona detenuta inferiore agli standard previsti dall’ordinamento, come mai nella maggior parte dei casi il magistrato di sorveglianza non concede il dovuto?”.
Infine la proposta: “Un intervento legislativo potrebbe rendere automatico questo sconto di pena per tutte le persone detenute recluse in carceri dove si registra un sovraffollamento superiore al 100 per cento dei posti disponibili”.

La posizione della Meloni
La Premier ha dichiarato alla AdnKronos: “Abbiamo ereditato una situazione pesante, la situazione certamente preoccupa. Ma non ho mai creduto che la strada per ridurre il sovraffollamento siano indulti e svuotacarceri. Uno Stato giusto adegua la capienza alle necessità, non i reati al numero di posti disponibili”.



Cronaca | 2025-12-05 09:06:00
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