Ennesimo segnale di crisi per la maggioranza all’Assemblea Regionale Siciliana. Nella seduta di lunedì 6 maggio, l’Aula ha bocciato a voto segreto il disegno di legge sulle politiche abitative, proposto dalla quarta commissione legislativa. Appena 18 i voti favorevoli, contro 31 contrari. Un duro colpo per la maggioranza guidata da Renato Schifani, presente in Aula con 26 deputati, ma evidentemente spaccata al momento del voto.
Il nodo del voto segreto e lo scontro politico
La richiesta di voto segreto, avanzata da Pd e M5s, ha messo a nudo le divisioni all’interno del centrodestra, già emerse nei giorni scorsi con la bocciatura dell’articolo 1 dello stesso ddl. Un provvedimento che, come ha ricordato in Aula l’assessora al Territorio Giusi Savarino, «era di natura parlamentare e non del governo», ma che si è comunque trasformato in un banco di prova per la tenuta della coalizione.
M5s: “Maggioranza ormai inesistente”
Per l’opposizione si tratta dell’ennesima dimostrazione che la maggioranza non c’è più. «La nuova sonora batosta dimostra che la maggioranza di Schifani è ormai inesistente», afferma il capogruppo del M5s Antonio De Luca, che denuncia «un clima di vendette trasversali e bramosia di poltrone», acuitosi con le nomine dei manager della sanità e il voto per i Liberi Consorzi.
Pellegrino (FI): “Nessuno sgambetto al governo, opposizione senza logica”
Diversa la lettura di Stefano Pellegrino, capogruppo di Forza Italia, che accusa l’opposizione di aver «suicidato una legge condivisa», pur di far apparire il governo debole. «Una politica vergognosa – afferma – che disprezza i bisogni dei cittadini e ignora le richieste dei Comuni in emergenza abitativa». Pellegrino sottolinea inoltre come gli articoli del ddl fossero frutto di un lavoro congiunto con Pd, M5s e Anci, e che l’assessora Savarino si fosse rimessa al voto dell’Aula «con grande correttezza istituzionale».
Variazioni di bilancio a rischio
Intanto, sullo sfondo, si avvicina l’esame in Aula della cosiddetta “manovrina” da 50 milioni di euro, già in discussione in commissione. Alla luce delle recenti spaccature, l’approvazione si preannuncia tutt’altro che semplice.