Il tribunale di sorveglianza di Roma ha confermato il regime di carcere duro per Giovanni Riina, figlio del boss Totò Riina, già condannato all’ergastolo per due omicidi. La decisione arriva dopo che, nelle scorse settimane, la Corte di Cassazione aveva accolto un ricorso della difesa, contestando la mancanza di nuovi elementi sulla pericolosità del detenuto.
Su richiesta della Procura nazionale antimafia, rappresentata in udienza dalla sostituta procuratrice Franca Imbergamo, il tribunale ha ritenuto che Riina rimanga una figura centrale di Cosa nostra. “È ancora l’erede del padre”, sostengono i magistrati, secondo cui i proventi dell’organizzazione mafiosa continuano a fluire alla famiglia Riina, anche tramite Giovanni.
La Direzione nazionale antimafia lo definisce “persona estremamente pericolosa”, capace di mantenere legami attivi con l’organizzazione, oggi ancora legata alle strutture e ai codici tradizionali della mafia storica.