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13/05/2025 06:00:00

Fauci rompe il silenzio e replica alla sindaca di Erice: “Un complotto politico per farmi fuori”

 Dopo anni di silenzio pubblico, Germano Fauci, ex direttore generale della Funierice, esce allo scoperto e replica punto su punto alla sindaca di Erice Daniela Toscano, che in una recente intervista a Tp24 aveva liquidato le accuse dell’ex dirigente come infondate e archiviate dalla magistratura.

Nell’intervista, visibile integralmente in calce a questo articolo, Fauci rilancia e parla apertamente di un complotto politico costruito a tavolino per estrometterlo dalla società che ha diretto per diciotto anni. «Non è un film, è un fatto reale», dice, ricorrendo a un tono tanto amaro quanto polemico. «Mi hanno demolito nell’immagine e nella professionalità. E adesso vogliono pure far credere che sia tutto frutto di mie ossessioni personali».

Il cuore della contesa: il licenziamento e le cause di lavoro

Il nodo centrale resta il licenziamento di Fauci, definito da lui stesso «illegittimo» e «frutto di una strategia per eliminarmi politicamente». La sindaca Toscano aveva sostenuto che i giudici avessero già archiviato le denunce di Fauci, comprese quelle sul suo rapporto di lavoro, ma l’ex dirigente contesta: «Non è affatto vero. Sono in corso quattro procedimenti di lavoro davanti al Tribunale di Trapani, e tre di questi sono stati riuniti proprio su nostra richiesta».

Sulla proposta conciliativa citata da Toscano, che parlava di un’offerta economica senza reintegro, Fauci risponde: «È una proposta obbligatoria prevista per legge. Ma se davvero il mio licenziamento fosse legittimo e infondato tutto ciò che ho denunciato, perché accettare una conciliazione da oltre 150.000 euro?».

“Demansionato e perseguitato per anni”

Fauci accusa la sindaca di aver orchestrato un’azione sistematica di mobbing e delegittimazione, culminata nel suo allontanamento. Racconta di essere stato fisicamente male, tanto da ricorrere a un periodo di aspettativa non retribuita, «pur di non tornare in un ambiente politicizzato dove o obbedivi o venivi eliminato».

La sindaca Toscano, nella sua intervista, aveva anche sostenuto che la figura del direttore generale fosse superflua e che bastasse un part-time tre giorni a settimana per gestire la Funierice. Una battuta che Fauci non ha digerito: «Mi hanno fatto passare per inutile, mentre la verità è che volevano solo mettere le mani nella società e pilotarla dall’esterno. Io invece ho sempre agito secondo le norme e i principi dell’autonomia gestionale».

“Un finto amministratore” e nuove accuse

Fauci contesta inoltre la legittimità dell’attuale assetto della Funierice e dell’amministratore unico nominato, sostenendo che quest’ultimo sia ancora oggi indagato per reati contro la pubblica amministrazione, fatto che – secondo il bando stesso – ne avrebbe dovuto determinare la revoca. Ma nessuno, accusa Fauci, avrebbe agito.

«Sono un vincitore di concorso, non un abusivo. E non sono mai stato asservito alla politica. È questo che mi si fa pagare», dichiara.

“Ora si faccia chiarezza: la Commissione d’inchiesta è necessaria”

Il caso Funierice è tornato al centro del dibattito politico ericino anche per la proposta di istituire una Commissione d’inchiesta promossa dall’opposizione in consiglio comunale. Toscano, nell’intervista a Tp24, ha detto di essere contraria: «Non serve, la magistratura ha già archiviato tutto».

Fauci ribatte: «È proprio per fare chiarezza che serve la Commissione. Chi vota contro vota contro la trasparenza. Si tratta di una società pubblica, non di un affare personale».

Ora la palla passa alla politica. E anche al nuovo presidente del Libero Consorzio Comunale, Salvatore Quinci, che secondo Fauci dovrebbe verificare d’ufficio la legittimità degli incarichi in essere.

Una vicenda che va ben oltre il personale

«Non è un problema mio», aveva detto Toscano chiudendo l’intervista. «Non ce l’ho con Fauci». Ma per l’ex direttore, il problema invece riguarda tutti, perché chi tocca i poteri e chiede trasparenza in una società partecipata finisce, dice, «prima emarginato, poi calunniato, poi espulso».

E mentre i giudici del lavoro sono chiamati a valutare il licenziamento e le presunte irregolarità, la battaglia di Germano Fauci è tutt’altro che chiusa. «Andrò avanti fino alla fine, fino alla morte», dice. Parole forti, come la tensione che continua ad attraversare la vicenda.

 



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