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25/05/2025 17:00:00

Altro scippo alla Sicilia da Meloni e Salvini: tolti 900 milioni per finanziare opere al Nord

 Un nuovo colpo alla Sicilia arriva dal Governo Meloni, che ha dirottato ben 900 milioni di euro inizialmente destinati all’Isola per finanziare opere infrastrutturali nel Nord Italia, in particolare il Terzo Valico dei Giovi in Liguria e interventi nel Nord-Est.

A lanciare l’allarme è stato il presidente dell’Unione delle Province italiane (UPI), Pasquale Gandolfi, a cui si sono subito accodati l’Anci Sicilia e i sei presidenti appena eletti dei Liberi Consorzi siciliani. “Chiediamo con forza al Governo nazionale di rivedere immediatamente le proprie scelte. In caso contrario – si legge in una nota congiunta – saremo costretti a denunciare pubblicamente e in ogni sede istituzionale la gravissima situazione in cui vengono lasciati i nostri territori”.

Il taglio riguarda ben 14 programmi ministeriali – tra Infrastrutture e Interno – che coinvolgono la viabilità, la manutenzione delle strade provinciali e comunali, le ciclovie, la rigenerazione urbana e la messa in sicurezza degli edifici strategici. Si tratta di fondi già programmati, con progetti pronti a partire o in fase di avvio. Ora tutto si blocca.

A pagare il prezzo più alto sarà ancora una volta la rete viaria secondaria siciliana, già da tempo in condizioni disastrose. “È l’ennesima penalizzazione per una regione che vive una storica carenza infrastrutturale”, denunciano i rappresentanti istituzionali siciliani. “Così si rischia il collasso definitivo dei collegamenti interni, lasciando isolate intere comunità”.

In un primo momento, si era ipotizzato che i fondi fossero stati dirottati per finanziare il Ponte sullo Stretto di Messina, ma il Ministero delle Infrastrutture ha smentito. Tuttavia, la “toppa” è stata peggiore del buco: i 900 milioni serviranno invece per opere al Nord.

Il ministro Salvini, autore della rimodulazione, ha cercato di rassicurare promettendo il recupero delle somme nella prossima legge di bilancio. Ma dopo gli ultimi tagli subiti dalla Sicilia nella revisione del PNRR – basti pensare allo stralcio del collegamento ferroviario del porto di Augusta per ritardi e problemi tecnici – in pochi credono alle promesse.

Lo smantellamento dei fondi per la Sicilia appare sistematico, mentre l’Isola viene ancora una volta marginalizzata nelle politiche infrastrutturali nazionali. L’indignazione cresce tra amministratori locali, cittadini e associazioni. L’ennesimo “scippo” rischia di diventare l’ultimo chiodo nella bara delle speranze di sviluppo per il Sud.