"Chi ha sbagliato deve pagare. Anche se è del mio partito”. Sono queste le parole di Giorgio Mulè, vice presidente della Camera dei Deputati, deputato di Forza Italia, dopo le dimissioni del manager dell’ASP di Trapani, Ferdinando Croce.
Lo scandalo del ritardo dei referti istologici ha fatto il giro delle tv e dei quotidiani nazionali, i fari erano puntati sull’ex Direttore generale, che dopo quasi 60 giorni, a controdeduzioni presentate, ha deciso di dimettersi.
Era quasi un atto dovuto, alla Regione nessuno ha mai davvero voluto ascoltare o leggere quello che, nero su bianco, era scritto in mesi e mesi di delibere, stessa cosa nelle controdeduzioni, quasi 300 pagine, in tre memorie, che hanno completato il quadro delle responsabilità. Da quelle mediche a quelle gestionali, poi una testimonianza di un medico di Anatomia Patologica, che a sua volta faceva il nome di un responsabile, il primario Domenico Messina.
A quasi nulla è servito, per il presidente della Regione, Renato Schifani, la via era solo una: procedere con la revoca, tanto da avere precettato tutti i deputati di maggioranza della VI commissione Salute per procedere in tal senso. Insomma, la decisione era stata già scritta prima ancora che si leggessero le carte. Pare che il presidente abbia detto agli stretti collaboratori che non avrebbe potuto perdere la faccia, dall’altra parte ha già chiesto a Fratelli d’Italia di pronunciarsi con un altro nome per la direzione dell’ASP di Trapani.
Adesso è Giorgio Mulè a non chiudere il capitolo ma a volerlo continuare a scrivere, appurando altre responsabilità. E pare che tutto conduca all’assessorato alla Salute, che significa pure Schifani, perché Giovanna Volo prima e Daniela Faraoni dopo sono sue dirette espressioni.
Lo stesso Salvatore Iacolino, attuale direttore alla Pianificazione strategica, è di Forza Italia ma in bilico c’è il suo incarico, rinnovato solo per pochi mesi.
I meloniani adesso sono entrati in guerra.
Mulè lo dice chiaro: se altri, oltre Croce, hanno responsabilità dirette devono pagare pure se sono di Forza Italia.
Le segnalazioni
Nel frattempo la sanità trapanese vive pure di tante segnalazioni di cittadini che non riescono a fare delle visite, che hanno difficoltà di accesso alle cure, che vengono rimbalzati al 2026.
L’ultima riguarda un paziente con una ernia inguinale, con ricetta del medico di base ha cercato di prenotare la prima visita chirurgica, dal portale dell’ASP la prima data disponibile, presso l’ospedale di Marsala, era il 14 settembre, mentre a pagamento il 27 maggio direttamente all’ospedale di Trapani.
Sono segnalazioni che si susseguono, però è pure vero che spesso il cittadino omette di indicare che tipo di ricette gli è stata prescritta dal medico di famiglia, con quale tipo di codice. Perchè è quello che fa fede al momento della prenotazione sul portale, spesso il paziente sconosce sia i codici che l’iter e le tempistiche.
Se nella ricetta l’impegnativa presenta il codice U(Urgente) la prestazione deve effettuarsi entro 72 ore; B(Breve) da erogarsi entro 10 gironi; D(Differita) da erogarsi entro 30 giorni per le visite / 60 giorni per gli accertamenti diagnostici.