È stato arrestato lunedì 26 maggio all’aeroporto di Milano Malpensa un cittadino belga di 45 anni, ritenuto una figura chiave di un’organizzazione criminale internazionale responsabile di una delle più vaste frodi fiscali mai scoperte in Europa. Il soggetto era latitante dal novembre 2024, quando si era sottratto a un mandato d’arresto europeo nell’ambito dell’operazione “Moby Dick”. A trarlo in arresto sono stati gli investigatori della Guardia di Finanza di Varese, Milano e Palermo, insieme al Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e alla SISCO della Squadra Mobile di Palermo.
Il collegamento con la Sicilia non è solo investigativo, ma anche operativo: la Procura Europea di Palermo ha infatti coordinato l’indagine insieme a quella di Milano. Il coinvolgimento della finanza palermitana è stato cruciale per smantellare la rete di società fittizie e prestanome utilizzata per frodare il fisco attraverso il sistema delle “frodi carosello” nel settore della tecnologia e dell’informatica.
Frodi milionarie, sequestri e ramificazioni in tutta Europa
Secondo gli inquirenti, l’organizzazione – una vera e propria “multinazionale del crimine” – aveva causato un danno all’erario stimato in oltre 600 milioni di euro, mentre i profitti illeciti accumulati sarebbero superiori ai 180 milioni. Il GIP di Milano ha disposto sequestri preventivi per oltre 670 milioni di euro, inclusi immobili, conti bancari e beni di lusso, alcuni dei quali riconducibili a operazioni svolte anche in Sicilia.
L’arrestato è accusato di frode intracomunitaria e riciclaggio aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolazione di associazioni mafiose e camorristiche. Un profilo che evidenzia ancora una volta come anche la criminalità organizzata siciliana si muova ormai su scala globale, intrecciandosi con reti criminali transnazionali.
Un’indagine che parte anche dalla Sicilia
L’operazione “Moby Dick” è frutto di una collaborazione tra autorità giudiziarie e forze dell’ordine italiane e internazionali, ma il ruolo della Sicilia, e in particolare della Procura Europea di Palermo, è stato determinante nelle indagini. Gli investigatori siciliani hanno contribuito a smascherare il sistema di società cartiere e transazioni fittizie che ha permesso all’organizzazione di evadere l’IVA e riciclare ingenti somme di denaro anche attraverso canali presenti nel territorio regionale.
Il 45enne belga sarà ora processato in Italia, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza. Intanto, l’arresto rappresenta un colpo importante non solo contro le frodi fiscali, ma anche contro il legame tra criminalità economica e mafie tradizionali, dimostrando che la lotta alla criminalità organizzata passa sempre più dal contrasto ai reati finanziari.