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30/05/2025 06:00:00

Sicilia. Liste d'attesa infinite e pochi medici. Proteste in piazza: “Sanità in tilt, basta propaganda”

Ieri mattina a Palermo Cgil e Pd hanno tenuto un sit in davanti l’assessorato regionale per chiedere una sanità migliore.

Liste di attesa, Livelli essenziali di assistenza, sono al centro di una sanità che non riesce a dare risposte agli utenti.


 

Sicilia indietro

I Lea non raggiungono obiettivi ottimali, la Sicilia è tra le ultime regioni del Paese, lo dicono gli indicatori del ministero della Salute, aggiornati ad aprile di 2025. Il nuovo sistema dei LEA prende in considerazione 88 indicatori relativi a tre macro aree – la prevenzione collettiva e sanità pubblica, l’assistenza distrettuale e quella ospedaliera – indicando in 60 la soglia della sufficienza. 

Per la prevenzione la nostra regionale si ferma a 49 ed è l’ultima regione d’Italia, nell’area distrettuale a 44 ( fanno peggio solo la Calabria e la Valle D’Aosta). Supera l’esame, con quotazione 80, solo nell’area ospedaliera, dove sotto la soglia si colloca solo la valle D’Aosta.

 

 

 


 

La protesta

In piazza c’era la Cgil Sicilia con il segretario Alfio Mannino: “La sanità siciliana- è spesso alla ribalta della cronaca per casi di malasanità. Ma il problema è più sottile- rileva- in quanto permea tutto un sistema caratterizzato dalla debolezza della medicina territoriale, da lunghe liste d’attesa, dalla impossibilità di un accesso alla prevenzione che riguardi tutti e che alla fine garantisca il diritto alla salute per tutti”. Per il segretario  è “scandalosa la vicenda della direzione generale dell’Asp di Palermo, ancora senza direttore generale…Il presidente della regione non può limitarsi a sbraitare contro i casi di mala gestione locale, se non si provvede a dotare le aziende di direzioni credibili e qualificate e se non si fa un piano sanitario che tenga conto della revisione della rete ospedaliera, della necessità di implementare e rafforzare la medicina territoriale e singoli settori, ad esempio i consultori. Se non si investe, a cominciare dal personale, perché una sanità pubblica sotto organico, che obbliga medici e personale tutto a lavorare in cattive condizioni tant’è che molti scappano verso il privato- rimarca il segretario della Cgil- non può funzionare”.

Presenti la deputata regionale Valentina Chinnici e Sergio Lima, componente della direzione nazionale del Pd: “Siamo qui assieme alla Cgil perché vogliamo difendere la sanità pubblica che soffre la mancanza di programmazione da parte di un governo troppo preso dalla gestione del potere e delle poltrone, per concentrarsi sul diritto alla salute dei cittadini e migliorare il servizio sanitario. In questi anni abbiamo invece visto un progressivo disinteresse, voluto, nei confronti del sistema sanitario siciliano a tutto vantaggio di quello privato. Mancano le assunzioni di medici e personale e chi c’è deve fare i salti mortali per garantire il servizio, con turni massacranti e spesso subendo anche aggressioni da parte di familiari esasperati. In tanti preferiscono rinunciare al posto pubblico in corsia. Quando si governa non basta presenziare a cerimonie e inaugurazioni a favore di telecamere ma occorre assumersi la responsabilità in prima persona anche dei fallimenti”.


 

Il 6 giugno incontro con Faraoni

L’assessora incontrerà la sigla sindacale il 6 giugno prossimo. Disponibili al dialogo i vertici della Cgil: "Ci saremo ma non siamo interessati a riunioni interlocutorie, è da più di un anno che sulle azioni concrete si va avanti con continui rinvii. Ma oggi il tempo è scaduto, è il tempo delle risposte. Per il 6 ci auguriamo ci siano risposte certe nei tempi e nei contenuti- dice il segretario della Cgil- altrimenti si andrà alla mobilitazione generale, coinvolgendo quanti tra forze politiche e forze sociali condividono i nostri obiettivi”.