Antigone ha presentato “Senza respiro” il 21° rapporto sulle condizioni di detenzione. Al 30 aprile 2025 erano 62.445 le persone detenute nelle carceri italiane, 164 in più del mese precedente.
Se si pensa che le nostre carceri hanno una capienza media di circa 300 posti, significa che la popolazione detenuta sta crescendo dell’equivalente di un nuovo carcere ogni due mesi, un dato esorbitante per poter pensare di rispondere con una qualunque strategia di edilizia penitenziaria. Le donne detenute erano 2.703, il 4,3% delle presenze, mentre gli stranieri erano 19.660, il 31,6%. La capienza regolamentare è di 51.280, il tasso di affollamento ufficiale sarebbe del 121,8%, i posti non disponibili per inagibilità o ristrutturazioni sono almeno 4.500, e dunque il tasso medio effettivo di affollamento è almeno del 133%.
Delle quasi 190 carceri italiane quelle non sovraffollate sono ormai solo 36, mentre quelle con un tasso di affollamento uguale o superiore al 150% sono ormai 58. Ad oggi gli istituti più affollati sono Milano San Vittore (220%), Foggia (212%), Lucca (205%), Brescia Canton Monbello (201%), Varese (196%), Potenza (193%), Lodi (191%), Taranto (190%), Milano San Vittore femminile (189%), Como (188%), Busto Arsizio (187%), Roma Regina Coeli (187%), Treviso (187%). Un quarto dei presenti della popolazione carceraria è rappresentata da persone in attesa di giudizio e presunte innocenti.
Gli stranieri
Al 1° gennaio 2024 si contano ufficialmente 5.307.598 persone straniere residenti, pari al 9% della popolazione complessiva. Per ciò che concerne, invece, gli irregolari questi sono circa l’8% della popolazione straniera presente in Italia. Gli istituti con maggiori presenza di stranieri si trovino principalmente nel Nord-Italia e in Sardegna, confermando la tendenza a collocare le persone straniere in istituti di medio-piccole dimensioni, anche dove vi è una elevata percentuale di lavoranti, ma siti in località poco collegate con il resto del territorio. Guardando alla nazionalità, la rappresentanza maggiore è costituita dal Marocco (21,9% sul totale), seguito da Romania (10,9%), Tunisia (10,9%), Albania (9,7%) e Nigeria (5,3%). Guardando alla popolazione detenuta femminile, la maggior parte delle detenute proviene dalla Romania (199 detenute), seguita da Nigeria (89 detenute), Marocco (56), Bosnia Erzegovina (35) e Brasile (35).
Preoccupante resta l’accesso ai mediatori culturali: sul totale dei detenuti stranieri presenti al 31 dicembre 2024, ogni 100 detenuti sono presenti 1,7 mediatori. I mediatori ogni 100 detenuti restano inferiori a 2 per la popolazione straniera proveniente dall’Est Europa, dal Nord Africa, da altri paesi africani e dal Sud America. Il valore aumenta a 3,1 mediatori ogni 100 detenuti per coloro che provengono dal medio ed estremo oriente.
Rispetto alle prese in carico degli uffici di esecuzione penale esterna, al 30 aprile 2025 risultano prese in carico 142.773 persone. Di queste, appena il 20,4% sono persone straniere. Tra queste, la maggior parte provengono dall’Europa (42,6% del totale), seguite dalle persone provenienti dal continente africano (36,7%). Il valore complessivo di persone straniere prese in carico risulta del tutto insufficiente per far fronte alle loro esigenze tenuto conto che, come rilevato, la maggior parte si ritrova con un residuo pena inferiore ai limiti di legge previsti per l’accesso a misure alternative alla detenzione.
Donne e bambini
Sono 2.703 le donne detenute nelle carceri italiane al 31 marzo 2025, il 4,3% della popolazione detenuta complessiva, una percentuale che è rimasta sostanzialmente stabile nel corso dei decenni. Con la chiusura del carcere di Pozzuoli nel giugno 2024 a causa del terremoto, sono oggi solo tre le carceri interamente femminili sul territorio nazionale: Rebibbia a Roma (375 presenze per 272 posti, il carcere femminile più grande d’Europa), la Giudecca a Venezia (102 presenze per 112 posti) e la piccola Casa di Reclusione femminile di Trani (34 presenze per 32 posti). Oltre l’80% delle donne detenute è ospitato in sezioni femminili all’interno di carceri a prevalenza maschile, che attualmente sono 46. Sezioni a volte piccole o piccolissime, come quelle di Piacenza (19 donne), Reggio Emilia (18), Pesaro, Forlì e Sassari (17), L’Aquila (12), di Potenza (6), Mantova (6), Barcellona Pozzo di Gotto (2). e donne detenute straniere al 31 marzo sono 766, pari al 28,3% del totale della popolazione reclusa femminile, una percentuale di poco superiore a quella dell’anno precedente (26,8%) ma in netto calo rispetto a cinque anni fa (era pari al 35,9% alla fine del 2019). Le nazioni più rappresentate sono la Romania (187 donne), la Nigeria (92) e il Marocco (51). Al 31 marzo erano 15 i bambini che vivevano in carcere con le loro 15 madri detenute.
Minori
Sono 597 (di cui 26 ragazze) alla fine del marzo 2025 i giovani detenuti nelle carceri minorili italiane. Ben 9 Istituti Penali per Minorenni sui 17 presenti sul territorio nazionale soffrono di sovraffollamento, mai registrato nelle carceri minorili prima del Decreto Caivano del settembre 2023 che ha ampliato la possibilità di applicazione della custodia cautelare per i minorenni e ridotto l’uso delle alternative al carcere.