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31/05/2025 17:00:00

La caverna di Gaza: ignoranza, fanatismo e liberazione 

 Hamas e il mito della caverna di Platone. L’allegoria del filosofo ateniese si rivela sorprendentemente pertinente per descrivere la condizione degli abitanti della Striscia di Gaza. Il parallelo nasce a seguito della protesta di migliaia di cittadini contro l’organizzazione politica, militare e fondamentalista islamica di Hamas.

Nel 2006, Hamas vinse le elezioni in Palestina, consolidando il proprio potere nella Striscia con il sostegno dell’Iran. Da quel momento, soprattutto, i gazawi — circa 2,1 milioni di persone, di cui un milione minorenni (fonte: UNICEF) — hanno conosciuto soltanto la “caverna” di Hamas.

Come nella celebre allegoria platonica, gli abitanti sono come prigionieri incatenati, costretti a guardare soltanto davanti a sé. Alle loro spalle, un fuoco e, tra esso e i prigionieri, un muro costruito lungo una strada in salita. Chiunque passi dietro il muro con un oggetto, proietta — grazie alla luce del fuoco — la propria ombra sul fondo della caverna. I prigionieri possono vedere solo quelle ombre, non la realtà.

Allo stesso modo, gli abitanti della Striscia non hanno potuto sapere che i principali strateghi, capi politici e militari di Hamas vivevano altrove — in Qatar, Libano e Turchia — intenti a gestire il potere da lontano, mentre la popolazione era impegnata semplicemente a sopravvivere. Hamas, pur ricevendo fondi esterni, li ha impiegati principalmente per pagare i propri dipendenti pubblici e finanziare le brigate al-Qassam, il suo braccio armato. Ma anche questi, da mesi, non ricevono più stipendi, così come i familiari delle vittime e dei prigionieri non ricevono alcun sostegno.

Dopo oltre 600 giorni dal 7 ottobre 2023 e con quasi 50.000 morti — di cui il 70% donne e bambini — i gazawi stanno forse uscendo dall’oscurità. Iniziano a vedere il “mondo sensibile”, a prendere coscienza della realtà. Come gli schiavi della caverna, finora potevano scorgere solo ombre: immagini distorte e superficiali delle cose. Le catene — metafora dell’ignoranza e delle passioni, come il fanatismo religioso — li tenevano legati al mondo dell’illusione, del “non essere”.

Solo attraverso la conoscenza è possibile la liberazione dello schiavo. Solo così l’uomo può uscire dalla caverna e vedere il mondo vero: quello delle idee, della realtà. Per gli abitanti della Striscia, questo significa prendere finalmente coscienza di essere stati vittime del radicalismo terroristico e autoreferenziale di Hamas, ma anche della vendetta cieca e del sionismo estremo di Netanyahu. La Cisgiordania, in questo senso, insegna.

Vittorio Alfieri