È la provincia peggiore in cui un over 65 possa vivere. Lo dice chiaramente l’ultima indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita generazionale, che colloca Trapani all’ultimo posto in Italia per il benessere degli anziani. Un dato drammatico che fotografa il fallimento delle politiche sociali e sanitarie in un territorio dove l’età media continua a salire, ma i servizi essenziali restano indietro.
Lo studio, basato su indicatori ISTAT certificati, analizza le condizioni di vita nelle province italiane per tre fasce d’età: bambini (0-14 anni), giovani (18-35 anni) e anziani (over 65). Trapani non brilla in nessuna di queste: è penultima per i bambini, 63ª per i giovani, e ultima per gli anziani.
Un dato che non sorprende più di tanto, se si guarda al quadro generale del Sud e delle isole: le ultime 20 posizioni in classifica sono dominate dalle province meridionali – 19 su 20 per i bambini, 15 su 20 per gli anziani, 10 su 20 per i giovani – a dimostrazione che il divario Nord-Sud resta una ferita aperta.
Anziani dimenticati
I numeri parlano chiaro: Trapani è la 100ª provincia italiana per speranza di vita a 65 anni, la 107ª (ultima) per consumo di farmaci contro l’obesità, 100ª per posti letto nelle RSA. I servizi di supporto sono gravemente carenti: 104ª per spesa sociale per anziani, 102ª per accesso ai servizi sociali comunali, 102ª per orti urbani, 102ª per la presenza di biblioteche.
Si aggiungono altre criticità: 82ª per consumo di farmaci per malattie croniche, 59ª per numero di geriatri, 62ª per incidenza delle persone sole, 88ª per pensioni di basso importo. Chi invecchia a Trapani lo fa spesso in solitudine, con risorse limitate e un’assistenza sanitaria inadeguata.

Un paradosso sociale
Eppure sono sempre più gli anziani che restano, mentre giovani e famiglie lasciano la provincia in cerca di lavoro e prospettive altrove. Lo spopolamento è ormai strutturale, la natalità è in calo, e Trapani – come gran parte del Sud – si svuota lentamente.
Il paradosso è che proprio chi resta, gli anziani, non trova risposte adeguate ai propri bisogni. Se malati o soli, faticano a ricevere cure, assistenza, servizi essenziali. Una popolazione che invecchia, ma in condizioni sempre più difficili.

Il PNRR in ritardo
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) doveva rappresentare una svolta per i territori fragili. Le risorse europee avrebbero dovuto potenziare i servizi per le fasce deboli, a partire proprio dagli anziani. Ma la realtà è ben diversa.
Uno dei progetti previsti per il territorio trapanese è il servizio di Assistenza Domiciliare, Telesoccorso e Telemedicina di base, rivolto a 100 anziani parzialmente non autosufficienti dei Comuni del Distretto socio-sanitario D50 (Trapani, Erice, Paceco, Misiliscemi, Valderice, Buseto Palizzolo, Custonaci, Favignana, San Vito Lo Capo). Un progetto importante, destinato ad anziani over 65 con patologie croniche, e già finanziato. Ma non è ancora partito, bloccato da ritardi e burocrazia.

Il tempo stringe. I fondi del PNRR devono essere utilizzati entro scadenze precise. Il riscchio è di perdere anche questa occasione. Non solo per rispetto delle risorse pubbliche, ma soprattutto per dare dignità, cura e attenzione a chi ha costruito questa terra e oggi, troppo spesso, viene dimenticato.