Mazara. La storia di Nourhene, la consigliera straniera che ha votato per la prima volta
“E’ stata una grande emozione votare per la prima volta. L’integrazione? C’è ancora tanto da fare”.
L’abbiamo incontrata davanti al Comune di Mazara del Vallo. Nourhene Chouchane sorride, un po’ emozionata. Da qualche giorno è stata eletta consigliera comunale straniera aggiunta. Ha 50 anni, è nata proprio qui, a Mazara. È tunisina. Non ha la cittadinanza italiana, ma rappresenterà ufficialmente, in aula, le istanze della numerosa comunità straniera di Mazara. Una voce nuova, simbolo di una presenza radicata e spesso invisibile. La prima donna ad assumere questa carica, simbolica, ma importante per rappresentare le istanze della popolazione straniera.
E qualche giorno fa ha votato per la prima volta nella sua vita.
«È stata una sensazione stranissima – racconta – vivo in questa città da quando sono nata. Eppure non ho mai potuto votare. Né in Tunisia né in Italia. Non abbiamo il diritto al voto. Questa è la prima volta in assoluto».
Il suo nome è uscito dalle urne. È stata scelta da oltre duemila residenti stranieri, chiamati a eleggere il proprio rappresentante in consiglio comunale. Un’elezione attesa, che non si celebrava dal 2014. Nourhene, mediatrice culturale, conosce bene le difficoltà quotidiane di chi ha lasciato un altro Paese e cerca di costruirsi una vita a Mazara. Solo la comunità tunisina conta oltre tremila residenti.
Figlia di una delle prime famiglie arrivate dal Nord Africa, i suoi genitori furono tra i primi ad aprire un ristorante etnico proprio nella kasbah, dove oggi i suoni, i profumi e i volti raccontano una Mazara che non è solo siciliana, ma mediterranea. «Sono cresciuta in questi vicoli. Qui c’è la mia casa, la mia vita. Ma sento che ancora manca qualcosa: l’integrazione piena».
Il suo obiettivo è chiaro: aiutare soprattutto le donne della comunità straniera a conoscere i propri diritti e doveri.
«Tante donne – spiega – non sanno di avere diritti. Non sanno che possono chiedere aiuto, che possono partecipare alla vita pubblica. È da qui che voglio partire».
Nourhene sa che servirà tempo, pazienza, dialogo. E chiede che Mazara non si limiti alla sola convivenza pacifica. «Qui si vive insieme, sì. Ma non c'è ancora integrazione. Spero che la mia elezione possa essere d’aiuto. Che sia un inizio, non solo per me, ma per tutta la città».
Tra le sue proposte ci sono iniziative di alfabetizzazione, spazi di incontro e confronto, centri culturali per creare legami e scambi.
Il suo ruolo sarà quello di consigliera aggiunta: potrà intervenire in consiglio comunale ma non votare.
«Forse è tempo di pensare anche a questo – dice – perché se rappresentiamo una parte della città, dobbiamo poter contare davvero».
La sua voce parte dalla kasbah, ma guarda a tutta Mazara. Una voce che, da oggi, sarà impossibile non ascoltare.
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