×
 
 
18/06/2025 08:11:00

Ancora disordini al carcere di Trapani. Detenuti in rivolta, 5 agenti in ospedale

Ancora  violenza e tensioni all’interno della Casa Circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani. 

 

Nella giornata di ieri si sono registrati nuovi disordini nel reparto “Mediterraneo”, con una ventina di detenuti che hanno scatenato il caos, aggredendo gli agenti e costringendo il personale penitenziario a fronteggiare una situazione al limite. Cinque agenti sono finiti in ospedale con varie contusioni e ferite, mentre si è reso necessario l’intervento di rinforzi provenienti da altri istituti penitenziari della Sicilia.

 

Secondo quanto denunciato dalla UILPA Polizia Penitenziaria, i detenuti avrebbero sradicato alcune strutture metalliche all’interno della sezione e si sarebbero asserragliati, probabilmente armati di oggetti rudimentali recuperati dalle celle. Si tratta del terzo episodio simile dall’inizio di maggio, a testimonianza di un clima sempre più teso all’interno dell’istituto trapanese, dove la gestione del reparto — con circa 250 detenuti e un ballatoio aperto — viene definita “difficile”.

 

«La situazione è insostenibile e le continue tensioni non fanno altro che aggravare il clima già pesantissimo», ha dichiarato Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA, che parla apertamente di “carceri illegali” sia per i detenuti che per chi ci lavora. Dello stesso tenore le parole di Gioacchino Veneziano, segretario regionale Uilpa Sicilia: «È stato un attacco violento, un tentativo di presa di potere e intimidazione. Servono interventi immediati, strutturali e organizzativi».

Nel carcere di Trapani si registra da tempo una grave carenza di organico. Su circa 90 agenti previsti, in servizio ce ne sono poco più della metà. A farne le spese è l’intero sistema penitenziario, che fatica a garantire sicurezza, ordine e dignità per tutti. Intanto, il personale continua a lavorare in condizioni di forte stress, cercando di tenere sotto controllo una situazione che rischia di esplodere definitivamente.

Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria è stato sollecitato dai sindacati a intervenire con urgenza, prima che si verifichino episodi ancora più gravi.