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21/12/2025 06:00:00

Mezzi di riserva fantasma: tra Trapani e le isole basta un guasto per restare a terra

I collegamenti marittimi tra Trapani e le isole minori tornano nel caos proprio sotto le feste, con una sequenza di avarie e cancellazioni che sta mettendo a dura prova cittadini, famiglie, lavoratori e turisti. Tra il 19 e il 20 dicembre un’avaria ha bloccato il monocarena Sofia M. di Liberty Lines, partito da Trapani con circa 50 passeggeri a bordo, molti dei quali bambini. Il mezzo è stato costretto a rientrare in porto, interrompendo la corsa e lasciando a terra decine di persone, con ricadute immediate sulla sicurezza, sulla salute e sull’organizzazione quotidiana di chi si muove per lavoro, studio o necessità familiari.

Il guasto in navigazione, avvenuto la sera del 19 dicembre, ha creato disagi anche per chi doveva rientrare da Favignana. Solo grazie all’impiego di un altro mezzo, arrivato da Marsala a tarda serata, è stato possibile riportare a Trapani i passeggeri rimasti bloccati sull’isola. Ma il giorno successivo la situazione è ulteriormente peggiorata: sono state sopresse le corse delle 6.50 e delle 8.45 da Trapani e, di conseguenza, anche quelle di ritorno dalle isole. Comunicazioni frammentarie, avvisi tardivi e nessuna certezza sui tempi di ripristino hanno alimentato la frustrazione di chi attendeva in porto.

Quello delle Egadi, però, non è un episodio isolato. Dicembre è stato segnato da una serie di avarie tecniche e sospensioni improvvise che hanno colpito diversi collegamenti marittimi regionali. Nei giorni precedenti al guasto del Sofia M., altre corse tra Trapani e le isole erano già state cancellate o ritardate, anche in assenza di condizioni meteomarine particolarmente proibitive. Uno schema che si ripete e che, proprio a ridosso delle festività natalizie, amplifica l’impatto sui cittadini: famiglie con bambini, anziani, persone con problemi di salute e pendolari si ritrovano ostaggi di un sistema fragile, senza alternative immediate e senza mezzi di riserva pronti all’uso.

Il punto che esaspera i cittadini è semplice e diretto: dove sono i mezzi di riserva. In un mese come dicembre, con mare spesso instabile ma anche con un aumento fisiologico dei flussi, l’assenza di un piano operativo efficace diventa un problema di sicurezza e di salute pubblica, oltre che un danno d’immagine per Trapani e per le isole, che vivono anche di turismo.

Sul tavolo torna così una questione mai davvero chiusa: l’età e le condizioni del naviglio impiegato nei collegamenti regionali. Da anni associazioni, sindacati e osservatori indipendenti richiamano vecchie inchieste e segnalazioni sullo stato di alcune unità, chiedendo alla Regione Siciliana di far rispettare fino in fondo convenzioni e contratti, finanziati con risorse pubbliche, attraverso controlli rigorosi e continui. In questo contesto si inserisce anche il tema dell’amianto, tutt’altro che relegato al passato: esistono navi certificate “asbesto free”, ma anche unità che hanno effettuato solo bonifiche di contenimento. Su mezzi sottoposti a vibrazioni costanti, mare mosso e salsedine, il rischio di microfratture e dispersioni resta una preoccupazione concreta, soprattutto per equipaggi e passeggeri.

Non a caso è stata annunciata una class action da parte di Consumatori Associati, che richiama sentenze del Giudice del Lavoro relative alla presenza di amianto su alcune navi e aliscafi. Sulla vicenda è intervenuto anche il magistrato Angelo Giorgianni, citando documentazione fotografica su specifiche unità. La compagnia ha smentito, ma il dibattito resta aperto e continua ad alimentare interrogativi sulla sicurezza complessiva del servizio.

Il quadro si allarga anche oltre Trapani, visto che negli stessi giorni, disservizi analoghi si sono registrati sulle tratte Milazzo–Eolie, con corse improvvisamente sospese e viaggiatori esasperati, in particolare pendolari, studenti e lavoratori che tentavano di rientrare a casa per Natale. Avarie tecniche, mare mosso e cancellazioni last minute stanno trasformando il rientro festivo in un’odissea per centinaia di persone, confermando che il problema non riguarda una singola rotta ma l’intero sistema della continuità territoriale.

In questo scenario, mentre a livello nazionale si discute di riforme e di nuovi assetti del sistema portuale e marittimo, nei porti siciliani – e a Trapani in particolare – la quotidianità resta fatta di attese, incertezze e disagi. La richiesta che sale dai territori è politica e pratica insieme: verificare davvero lo stato dei mezzi, garantire navigli moderni e sicuri, assicurare riserve operative immediate e mettere fine a un’emergenza che, puntualmente, si ripresenta nei momenti più delicati dell’anno. Perché chi vive e lavora sulle isole, chi viaggia per salute o per ricongiungersi alla propria famiglia, e chi sceglie la Sicilia come meta, non può continuare a pagare il prezzo di un sistema che si inceppa proprio quando dovrebbe funzionare meglio.

 

 

 



Cronaca | 2025-12-20 15:00:00
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